a cura di Gianmarco Gargiulo | Tempo di lettura approssimativo: 4 minuti
Marco Anastasio: il nuovo album e la sua evoluzione

Marco Anastasio: il nuovo album e la sua evoluzione  ·  Fonte: Passione Strumenti

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Anastasio intervista esclusiva su Passione Strumenti: il cantautore e rapper napoletano ci racconta la genesi del suo nuovo progetto, Le macchine non possono pregare, un’opera rap ambiziosa e complessa che segna una svolta nella sua carriera. In questa chiacchierata, l’artista rivela il legame con le sue origini, il rapporto con le major e l’identità che oggi rivendica con forza sul palco e in studio.

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https://youtu.be/DBZiXwt0xUU

Chi è Marco Anastasio

Marco Anastasio, conosciuto semplicemente come Anastasio, si è fatto conoscere dal grande pubblico grazie alla vittoria a X Factor 2018. Il suo stile, diretto e tagliente, lo ha reso subito una delle voci più originali della scena musicale italiana, capace di unire la scrittura cantautorale con il rap e la poesia urbana. Negli anni successivi ha intrapreso un percorso di continua ricerca, alternando momenti di silenzio e riflessione a nuove produzioni che hanno definito il suo linguaggio musicale. Con Le macchine non possono pregare, uscito ad aprile 2024, l’artista compie un passo decisivo verso una maturità artistica che lo posiziona come una delle figure più interessanti della musica italiana contemporanea.

Anastasio e l’identità artistica

Durante l’intervista, Anastasio spiega il rapporto tra “Marco” e il personaggio artistico che porta sul palco. «Non ho mai pensato ad Anastasio come a una maschera – racconta – ma con il tempo ho capito che una certa distanza scenica è necessaria per essere davvero se stessi davanti al pubblico». Nonostante ciò, il suo obiettivo rimane quello di raccontarsi in modo autentico, senza interpretare ruoli forzati: «Sul palco sono lo stesso di quando parlo con i miei amici, la differenza è solo nel numero di persone davanti a me».

Il nuovo album: Le macchine non possono pregare

Il cuore della conversazione è naturalmente il nuovo disco. «È il mio progetto più ambizioso – rivela Anastasio – perché tutte le canzoni sono capitoli di una storia». L’album è un concept che unisce brani acustici, elettronici e rap in un percorso narrativo unico, pensato come un vero e proprio viaggio sonoro. Rispetto ai precedenti lavori, la differenza sta nella complessità della scrittura e nella cura sartoriale delle produzioni: ogni pezzo è stato modellato per servire la trama e le immagini evocate.

Il disco vede la collaborazione di numerosi produttori, da Estremo a Marco Lanciotti, fino a figure come Ricky Castelli, Edoardo Lupacchini, Pietro Spinelli (Cucina Sonora), DJ Kiddo e molti altri. Una squadra che ha contribuito a dare forma a un’opera corale, capace di fondere sensibilità diverse senza perdere coerenza. «Abbiamo lavorato anche in una villa nelle Marche – racconta – e da quelle sessioni sono nati alcuni dei brani più significativi».

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Evoluzione e pausa creativa

Negli ultimi anni Anastasio ha attraversato anche momenti di pausa e riflessione, necessari per dare forma a un progetto di questa portata. «Non è stata una scelta consapevole di fermarmi – spiega – ma i tempi di un album del genere richiedono lavoro, riscritture, nuove registrazioni. Non potevo comprimere il processo». Questo periodo è stato anche l’occasione per rinnovare la propria visione artistica e superare il peso delle aspettative.

Sul confronto tra le esperienze con le major e l’attuale collaborazione con l’etichetta indipendente Woodworm, l’artista è chiaro: «Con una major possono esserci grandi opportunità ma anche pressioni e rigidità. Con un’etichetta indipendente ho trovato un approccio più concentrato sul processo e sulla sostanza».

Anastasio oggi: dalla scrittura al futuro

Parlando di scrittura, Anastasio rivela un metodo fluido, che nasce da immagini, melodie o frasi che diventano il nucleo delle canzoni: «Metà dei brani che scrivo finiscono nel cassetto, ma l’altra metà vibra e diventa musica». Il disco, secondo lui, rappresenta un vero spartiacque: «È la dichiarazione di intenti che ho sempre voluto fare. Adesso so di avere una base solida su cui costruire».

Riflettendo sul percorso dagli esordi a X Factor fino ad oggi, Anastasio afferma: «In realtà non sono cambiato. Già allora volevo fare ciò che sto realizzando adesso. Si è evoluto il sound, ma la mia identità artistica è rimasta la stessa».

Conclusioni

L’intervista con Anastasio ci consegna l’immagine di un artista che non ha mai smesso di inseguire la propria visione, anche a costo di andare controcorrente. Le macchine non possono pregare non è solo un nuovo album, ma un manifesto: il punto di arrivo di un percorso iniziato anni fa tra microfoni improvvisati e cartoni delle uova, e il punto di partenza per una nuova fase della sua carriera. Con questa opera, Anastasio conferma di essere una voce autentica e coraggiosa della musica italiana, pronta a esplorare territori sempre più profondi e complessi.

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