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AC/DC It’s a Long Way to the Top non è solo uno dei brani più iconici del rock anni ’70: è una dichiarazione d’intenti, un manifesto sonoro che unisce riff taglienti, energia ribelle e un elemento inaspettato come la cornamusa. A cinquant’anni dalla sua pubblicazione come singolo per Albert Productions, il pezzo continua a rappresentare uno dei momenti più significativi della storia degli AC/DC, non solo per la sua forza musicale, ma anche per la sua capacità di raccontare – con brutalità e ironia – la strada accidentata verso il successo.

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La nascita del brano

Quando It’s a Long Way to the Top (If You Wanna Rock ’n’ Roll) arriva sugli scaffali il 7 dicembre 1975, nessuno immagina che quel singolo diventerà una pietra miliare. In un panorama dominato da chitarre distorte e ritmiche serrate, AC/DC scelgono di andare oltre, inserendo nel cuore del brano uno strumento tradizionale scozzese: la cornamusa.

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La storia dietro questa scelta è ormai leggendaria. Durante una sessione in studio, il co-produttore George Young – fratello maggiore di Angus e Malcolm – si ritrova a improvvisare con la band. Ricordando che Bon Scott aveva fatto parte in gioventù di una banda di cornamuse, gli propone di sperimentare qualcosa di completamente nuovo. È un’idea audace, quasi folle, ma perfettamente in linea con l’attitudine del gruppo.

Il dettaglio sorprendente? Bon Scott, all’epoca, non sapeva realmente suonare la cornamusa. Aveva solo marciato insieme alle bande, e non suonato. Ma questo non lo frena: compra uno strumento in un negozio di Park Street e decide di imparare da autodidatta. L’approccio è lo stesso che ha sempre guidato AC/DC: spontaneità, istinto e zero compromessi.

L’incontro esplosivo tra hard rock e cornamusa

La magia del brano sta proprio nell’unione di due mondi apparentemente inconciliabili. Da una parte il tipico groove AC/DC, basato sull’interazione potentissima tra la chitarra ritmica di Malcolm Young e i riff sferzanti di Angus. Dall’altra, il timbro arcaico e penetrante della cornamusa, che irrompe nella struttura tradizionale del rock per creare un contrasto memorabile.

La sezione centrale, costruita come un call and response tra chitarra e cornamusa, rimane una delle trovate più originali dei primi anni della band. Non è un semplice abbellimento: è un dialogo sonoro che eleva la canzone, rendendola un’esperienza unica per chi la ascolta.

Ancora oggi, pochissimi brani rock hanno osato una scelta di sound tanto radicale. E nessuno l’ha resa iconica come AC/DC.

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Un testo che racconta la verità crudele (e irresistibile) del rock

Se la parte musicale sorprende, il testo colpisce per la sua schiettezza. Non è un inno glamour alla vita da rockstar, ma una lista senza filtri delle difficoltà che ogni band deve affrontare per emergere:

  • viaggi infiniti,
  • locali malmessi,
  • risse,
  • imbrogli da parte di agenti senza scrupoli.

Tutto raccontato con il tipico sarcasmo di Bon Scott, che non chiede compassione, anzi: accetta ogni sfida come parte inevitabile del percorso. La frase “It’s a long way to the top if you wanna rock ’n’ roll” diventa così una sorta di mantra per generazioni di musicisti, un richiamo a non mollare anche quando la strada sembra impossibile.

Il brano è autentico perché nasce dall’esperienza reale del gruppo, dalla loro vita di concerti caotici, furgoni sgangherati e manager pronti a sfruttarli. È una fotografia perfetta del rock australiano di metà anni ’70: ruvido, diretto, ostinato.

Il ruolo di Bon Scott: voce, carisma e… cornamusa

Difficile immaginare un altro frontman capace di interpretare un brano simile con la stessa naturalezza. Bon Scott non si limita a cantare: incarna ogni riga del testo, ogni battuta ironica, ogni strillo di ribellione. La sua voce graffiante è complementare ai riff degli Young, e la scelta di suonare la cornamusa aggiunge un livello di leggenda al personaggio.

Molti critici hanno sottolineato come It’s a Long Way to the Top rappresenti una delle performance più iconiche della sua carriera. Non soltanto per la parte vocale, ma perché cattura perfettamente la sua personalità: coraggiosa, imprevedibile, totalmente dedita al rock ’n’ roll.

Perché questo singolo resta ancora oggi fondamentale

A cinquant’anni dalla sua uscita, il brano resiste come una delle composizioni più amate dagli appassionati degli AC/DC. E non si tratta solo di nostalgia: It’s a Long Way to the Top incarna meglio di quasi qualsiasi altro pezzo la visione artistica della band.

È crudo, onesto, travolgente, ma anche aperto alla sperimentazione. Soprattutto, è un promemoria del fatto che il rock è prima di tutto sacrificio, dedizione e autenticità.

Il suo impatto culturale è testimoniato anche dal modo in cui continua a essere utilizzato: nei film, nelle playlist storiche, nei concerti tributo. Per molte band, è diventato un simbolo del duro cammino verso il successo, un promemoria di ciò che serve per resistere in un settore imprevedibile come quello musicale.

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Susanna Staiano
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It’s a Long Way to the Top degli AC/DC compie 50 anni
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