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“Più watt = più volume = meglio”: è uno dei miti più duri a morire nel mondo degli amplificatori. Eppure, se stai cercando quanti watt servono per un amplificatore per chitarra, la risposta non è un numero secco ma un mix di fisica, contesto e gusto personale.
La verità è che i watt misurano potenza, non “quanto suona forte” in modo diretto. E spesso chi compra troppi watt finisce con un ampli più costoso, più pesante… e con più discussioni in sala prove e ai live. Mettiamo ordine: ecco come ragionare davvero su watt, volume, headroom e situazione d’uso.

Watt non è volume: perché “raddoppio i watt” non significa “raddoppio la loudness”

La prima cosa da fissare è che il volume percepito non cresce in modo lineare. La nostra percezione dell’intensità sonora è logaritmica, quindi aumentare la potenza non produce un salto “proporzionale” come molti credono.

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In pratica, passare da 50 a 100 watt non ti dà “il doppio del volume”: ti dà pochi dB in più, spesso percepiti come un incremento relativamente contenuto. È un errore comune valutare l’ampli solo dai watt, ignorando la componente che, nella realtà, spesso incide di più sulla pressione sonora: il diffusore (e il cabinet).

Un watt può già essere “troppo”: il ruolo del cono e del cabinet

Qui arriva la parte che sorprende molti: un tipico speaker per chitarra può produrre circa 95–100 dB già con 1 watt di potenza. Per avere un’idea, 100 dB sono livelli importanti, potenzialmente dannosi se prolungati.

Aggiungi un 2×12 o un 4×12 e l’energia nell’ambiente aumenta ancora: più superficie radiante, più efficienza, più “spinta”. È uno dei motivi per cui un 20–30 watt valvolare con un cabinet efficace può risultare tutt’altro che “piccolo”.

Più watt = più headroom: quando serve davvero

Il vero vantaggio dei watt alti non è “suonare più forte”, ma avere più headroom, cioè la capacità dell’ampli di restare pulito e aperto anche a volumi elevati, senza entrare presto in compressione e breakup.
Se ami clean grandi e definiti, oppure vuoi un suono che rimanga stabile e “ampio” in contesti rumorosi, più potenza può aiutare. Non è un caso che generi come jazz, reggae o funk molto pulito beneficino spesso di ampli con maggiore headroom.

Al contrario, se cerchi la magia della finale che lavora (compressa, armonica, reattiva), i watt alti diventano controproducenti: per arrivare in quel punto devi alzare troppo il volume, spesso oltre ciò che è gestibile in casa o in sala prove.

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Valvole vs transistor: perché “50 watt non sono sempre 50 watt”

Un altro equivoco frequente: paragonare direttamente i watt di un valvolare a quelli di un solid-state. Nella percezione di molti chitarristi, un valvolare sembra “più presente” e “più autorevole” a parità di watt dichiarati, anche per via del comportamento dinamico e della compressione musicale della circuitazione.

Questo non significa che i transistor “non vadano bene”, ma che spesso, se vuoi una pressione sonora convincente in band, con un solid-state o un class-D è prudente considerare wattaggi più alti rispetto a quelli che sceglieresti su un valvolare.

Il conto che nessuno fa: più watt significa più peso, più costo, più manutenzione

Qui la scelta diventa anche pratica, non solo sonora. A parità di serie e filosofia costruttiva, salire di watt spesso significa:

  • trasformatori più grandi e costosi
  • chassis più pesante
  • più valvole finali (quindi più parti soggette a usura)
  • costi di manutenzione tendenzialmente più alti

Il confronto tra testate simili in versione 50W e 100W spesso mostra differenze importanti di prezzo e peso che non corrispondono a un salto equivalente di “risultato musicale” per la maggior parte delle situazioni reali.

Perché il suono in sala prove e live non lo decide il wattaggio

Molti comprano watt per “farsi sentire”, ma oggi la realtà live è diversa da quella dei primi decenni del rock. Nella maggior parte dei contesti, il suono che arriva al pubblico dipende da microfonazione e PA.

Al fonico interessa che l’ampli suoni bene e sia gestibile: un SM57 davanti a un 30W o a un 50W può funzionare allo stesso modo. Se l’ampli è troppo alto, il rischio è l’effetto opposto: un palco ingestibile, mix confuso e litigi (con batterista, fonico e vicini di locale).

Quanti watt servono per un amplificatore per chitarra: linee guida pratiche

Qui sotto trovi indicazioni utili come “range”, non come legge. Perché contano stile, batterista, palco, cab e microfonazione.

  • Camera/Home Studio: 1–20W valvolari (o solid-state di qualsiasi wattaggio se suona bene a basso volume)
  • Sala prove e club piccoli/medi: 15–50W valvolari / solid-state almeno 50W
  • Palchi medi/grandi (con esigenze di clean e headroom): 30–100W valvolari / solid-state almeno 50–100W
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Il fattore più sottovalutato: il tuo stile e il tuo gusto

Il wattaggio ideale cambia anche per gusto, non solo per contesto. Chi suona metal moderno con low-end definito può preferire più potenza per avere risposta “ferma” e dinamica ampia. Chi vive di crunch e lead “spugnosi” spesso sta meglio con wattaggi più bassi, che entrano prima in compressione musicale.

E poi c’è un punto che vale più di mille forum: molti ampli moderni includono attenuazione o power scaling, proprio perché la richiesta di “suonare bene a volumi umani” è diventata centrale.

Conclusioni

Se ti stai chiedendo quanti watt servono per un amplificatore per chitarra, la risposta più onesta è questa: nella maggior parte dei casi, 20–50 watt (valvolari) coprono quasi tutto ciò che serve davvero. I 100 watt non sono sbagliati per definizione, ma hanno senso quando cerchi specificamente headroom, presenza e un certo tipo di risposta.

La scelta migliore nasce da una domanda semplice: dove suono davvero e che tipo di suono voglio ottenere a quel volume?

Tu che wattaggio usi oggi e in quale contesto (casa, sala prove, live)?
👉 Scrivicelo nei commenti: aiutiamo chi legge a scegliere l’amplificatore giusto senza cadere nel mito del “più è meglio”. E continua a seguire Passione Strumenti per guide pratiche e scelte d’acquisto ragionate.

*Questo articolo contiene link promozionali che ci aiutano a finanziare il nostro sito. Non preoccupatevi: il prezzo per voi rimane sempre lo stesso! Grazie per il vostro sostegno.

Francesco Di Mauro
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Il mito dei Watt negli ampli per chitarra
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