Manchester ha reso omaggio a Gary “Mani” Mounfield, storico bassista degli The Stone Roses e dei Primal Scream, con una cerimonia funebre intensa e partecipata, capace di raccontare meglio di qualsiasi parola l’impatto umano e artistico di una figura diventata simbolo di un’intera generazione.
Manchester riunita per l’ultimo saluto
La cerimonia si è svolta a Manchester, città che più di ogni altra incarna lo spirito musicale di Mani. Non si è trattato di un semplice funerale, ma di un vero e proprio momento collettivo di celebrazione, dove musica, amicizia e identità cittadina si sono fuse in un unico racconto emotivo.
Tra i presenti, numerosi musicisti, addetti ai lavori e personalità del mondo sportivo, a dimostrazione di quanto Mani fosse una figura trasversale, capace di unire mondi apparentemente lontani. Manchester, ancora una volta, ha mostrato la sua anima: una città che non dimentica chi ha contribuito a definirne la voce e l’immaginario.
Gary “Mani” Mounfield: molto più di un bassista
Parlare di Mani solo come bassista sarebbe riduttivo. Il suo stile, groove-oriented, diretto e profondamente musicale, ha contribuito in modo decisivo al suono degli Stone Roses, una band che ha ridefinito l’estetica e l’attitudine della scena inglese tra fine anni ’80 e primi ’90.
Il basso di Mani non era mai invasivo, ma sempre essenziale, capace di sostenere il brano con una naturalezza quasi funk, pur restando perfettamente incastonato nel linguaggio alternative rock e psichedelico della band. Un approccio che ha influenzato generazioni di bassisti britannici e non solo.
L’eredità con The Stone Roses
Con gli Stone Roses, Mani ha preso parte a un progetto che è diventato mitologia musicale. L’album di debutto della band è ancora oggi considerato una pietra miliare, non solo per la scrittura o la produzione, ma per l’equilibrio perfetto tra sezione ritmica e chitarre.
Il basso di Mani era il collante: linee semplici solo in apparenza, capaci di sostenere groove ipnotici e di dialogare con la batteria in modo quasi danzante. È proprio questo equilibrio che ha reso il suono degli Stone Roses immediatamente riconoscibile e senza tempo.
La seconda vita artistica con Primal Scream
Dopo l’esperienza con gli Stone Roses, Mani ha trovato nuova linfa creativa entrando nei Primal Scream. Qui il suo stile si è evoluto ulteriormente, abbracciando contaminazioni elettroniche, dance e rock più sporco, senza mai perdere identità.
Con i Primal Scream, Mani ha dimostrato una straordinaria capacità di adattamento, portando il suo groove in contesti sonori diversi, ma sempre coerenti. Un segno di grande maturità musicale e di una visione aperta, rara anche tra musicisti affermati.
Un’influenza che va oltre le classifiche
L’impatto di Mani sulla musica britannica non si misura solo in dischi venduti o concerti memorabili. La sua eredità è soprattutto culturale: un modo di stare sul palco, di intendere la band come collettivo, di mettere il groove al servizio del brano.
Molti artisti della scena indie e alternative hanno dichiarato negli anni di essersi formati ascoltando le sue linee di basso. Un’influenza silenziosa ma profonda, che continua a vivere nei suoni contemporanei.
Manchester e il culto delle sue leggende
La partecipazione al funerale di Mani conferma un tratto distintivo di Manchester: la capacità di celebrare i propri eroi senza trasformarli in monumenti distanti. Qui le leggende restano persone, amici, compagni di viaggio.
Questo approccio rende la scena musicale mancuniana unica, perché fondata su un senso di appartenenza reale, non costruito. Mani era parte di questo tessuto, e il tributo ricevuto ne è stata la prova più sincera.
Un addio che è anche un ringraziamento
L’ultimo saluto a Gary “Mani” Mounfield non è stato solo un momento di lutto, ma anche un ringraziamento collettivo per ciò che ha lasciato: musica, ispirazione, identità. La sua storia dimostra come un bassista possa diventare simbolo culturale, senza mai cercare i riflettori a tutti i costi.
Mani resta una figura centrale nella storia della musica britannica, e il tributo di Manchester lo conferma: certe note non smettono mai di risuonare.
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