Nel 1987, Chuck Berry ebbe la sua stella sulla Hollywood Walk of Fame proprio l’8 ottobre. Un anniversario che oggi celebra non solo un riconoscimento, ma una delle figure più rivoluzionarie nella storia del Rock’n’Roll.
La storia di Chuck Berry è la storia di grandi successi che hanno infiammato i jukebox e che hanno dato un nuovo significato alle classifiche musicali, a partire da “Maybellene”, del 1955, il primo singolo inciso da Chuck Berry, considerato uno dei primi brani rock in assoluto, che rimase al primo posto delle classifiche di R&B per nove settimane.
“Se il Rock avesse un altro nome, sarebbe Chuck Berry”
“Se si volesse dare un altro nome al Rock ‘N’ Roll lo si potrebbe chiamare Chuck Berry”, sono parole di John Lennon secondo alcuni. E non a torto, considerato il contributo indelebile che Chuck Berry ha lasciato per sempre nella storia della musica: con “Roll Over Beethoven”, brano del 1956 che ancora oggi è tra i più riconoscibili da svariate generazioni, fino al classico dei classici “Johnny B. Goode” del 1958.
Il genio della musica secondo il New York Times
Scrive il New York Times: “Mentre Elvis Presley era la prima pop star del rock, beniamino delle adolescenti, Chuck Berry ne era il teorico e genio concettuale, l’autore che capiva cosa i ragazzi volevano ancor prima che loro stessi lo sapessero”.
Le qualità del genio musicale e la sua formula perfetta passavano obbligatoriamente per una chitarra virtuosa, che affondava la sua base nel country, spiccava il volo con il blues ed echeggiava da ogni jukebox grazie a versi diretti, brevi, accessibili. Divennero inni di una generazione che sarebbe durata per sempre grazie a brani come “Sweet Little Sixteen” o “You Can’t Catch Me”.
Gli omaggi nel cinema: da “Ritorno al Futuro” a Tarantino
Berry fu però anche un autore impegnato che con “Promised Land”, “Too Much Monkey Business” e “Brown Eyed Handsome Man” riusciva a lanciare allo stesso tempo un’ode e una critica all’America, pur senza mai discostarsi dallo spirito più puro del Rock’n’Roll.
A consegnarlo definitivamente alla storia ha contribuito anche Hollywood: Michael J. Fox che esegue “Johnny B. Goode” in Ritorno al Futuro (1985), e poi Quentin Tarantino in Pulp Fiction, dove Vincent Vega (John Travolta) e Mia Wallace (Uma Thurman) ballano un twist sulle note di “You Never Can Tell” (1964), in una delle scene di ballo più iconiche del cinema moderno.
Un’eredità che non smette di suonare
Oggi, a distanza di 37 anni dalla sua stella sulla Walk of Fame, la musica di Chuck Berry continua a risuonare nei vinili, nei film, nei riff di chitarra di ogni nuova generazione. Berry non è solo una leggenda del passato, ma il punto d’origine di tutto ciò che il Rock è diventato. Il suo spirito resta lì, inciso nella storia e in quella stella di marmo, a ricordarci che il Rock non muore mai.
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