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Il 4 ottobre 1963 segna una data chiave nella storia della musica: Eric Clapton si unì agli Yardbirds, dando inizio a un percorso destinato a ridefinire il linguaggio della chitarra elettrica. Quel giorno, al Crawdaddy Club di Richmond, un ragazzo di 18 anni con una passione viscerale per il blues prese in mano la chitarra e cominciò a scrivere la sua leggenda.

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Un’infanzia difficile e la scoperta del blues

Eric Patrick Clapton nacque il 30 marzo 1945 a Ripley, un piccolo villaggio nel Surrey. La sua infanzia fu segnata da una storia familiare complessa: suo padre, un soldato canadese, abbandonò la famiglia prima della nascita, e la madre, troppo giovane per occuparsi di lui, lo affidò ai nonni. Per anni Clapton credette che i suoi nonni fossero i suoi veri genitori, una scoperta che, quando arrivò, lasciò un segno profondo nel suo carattere.

Proprio in quegli anni difficili, la musica divenne il suo rifugio. A tredici anni ricevette la sua prima chitarra acustica, un dono che avrebbe cambiato per sempre il corso della sua vita. Ore e ore passate a suonare, ascoltando i dischi dei maestri del blues come Robert Johnson, B.B. King e Muddy Waters, formarono il suo stile unico: un equilibrio perfetto tra passione e precisione.

I primi passi: dai Roosters ai Casey Jones and the Engineers

Durante l’adolescenza, Clapton mostrò un talento straordinario. A soli sedici anni era già conosciuto come uno dei migliori giovani chitarristi del Surrey. Dopo aver lasciato la scuola d’arte nel 1963, si unì ai Roosters, il suo primo gruppo professionale, dove affinò la sua capacità di mescolare il rhythm and blues britannico con le radici americane del genere.

Dopo un breve periodo con i Casey Jones and the Engineers, Clapton sentiva di essere pronto per qualcosa di più grande. Quell’occasione arrivò proprio nell’autunno del 1963.

1963: l’anno della svolta e l’arrivo negli Yardbirds

IIl 4 ottobre 1963, durante un concerto al Crawdaddy Club di Richmond, Clapton sostituì il chitarrista originale degli Yardbirds, Anthony “Top” Topham. Quella sera, senza saperlo, stava iniziando una nuova era per il rock britannico.

Gli Yardbirds erano una giovane band che cercava di fondere il blues americano con l’energia del rock. Clapton portò nella formazione una sensibilità profonda e un tocco chitarristico che li rese immediatamente riconoscibili. Le sue tecniche di fingerpicking e l’uso dei power chords trasformarono il suono del gruppo, aprendo la strada a una nuova generazione di chitarristi.

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La nascita del mito “Slowhand”

Durante il suo periodo con gli Yardbirds, Clapton si guadagnò il soprannome di “Slowhand”, per il modo calmo e controllato con cui sostituiva le corde della chitarra durante i concerti. Ma era tutt’altro che lento sul palco: il suo stile era intenso, emotivo, e capace di trasmettere il sentimento del blues con una forza nuova per il pubblico britannico.

In questo periodo la band incise brani come “Good Morning Little Schoolgirl” e “For Your Love”. Proprio quest’ultimo, con la sua svolta verso un sound più commerciale, spinse Clapton ad abbandonare la band nel 1965, preferendo rimanere fedele alle sue radici blues.

Un’eredità che ancora ispira

L’ingresso di Clapton negli Yardbirds fu breve, ma decisivo. Da lì sarebbe passato ai Bluesbreakers di John Mayall, poi ai Cream, fino a diventare una delle figure più influenti della storia della chitarra. Ma tutto iniziò in quella notte del 4 ottobre 1963, quando un ragazzo timido e determinato fece il suo ingresso su un piccolo palco londinese.

Quel momento resta una pietra miliare nella storia della musica: l’alba di un artista che avrebbe trasformato il modo di suonare e di vivere il blues.

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Susanna Staiano
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Il giorno in cui Eric Clapton divenne “Slowhand”: la svolta del 1963
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