Klon fa causa a Behringer: il Centaur da 69€ è “un falso”!
Klon fa causa a behringer! Tutto ciò potrebbe segnare un punto di svolta nel mondo degli effetti per chitarra. Bill Finnegan, mente dietro l’iconico Klon Centaur, ha deciso di portare in tribunale Behringer e la sua casa madre MusicTribe, accusandole di aver realizzato un pedale “contraffatto” che replica non solo il suono, ma anche il design e l’immagine del leggendario overdrive. Il caso ruota attorno al Centaur Overdrive da 69€, una copia economica che, secondo Finnegan, travalica il confine tra ispirazione e violazione di marchio. Un episodio destinato a far discutere l’intera community chitarristica e a riscrivere le regole del gioco nel mercato dei cloni.
Behringer citata in giudizio da Klon per il Centaur Overdrive
Il mondo dell’effettistica per chitarra è stato scosso da una notizia clamorosa: Bill Finnegan, creatore del leggendario Klon Centaur, ha avviato un’azione legale contro MusicTribe, la compagnia madre di Behringer. Il motivo? Una presunta violazione del marchio e del design con la versione economica del celebre overdrive, messa in commercio a soli 69 euro.
L’originale che ha fatto la storia
Lanciato nel 1994, il Klon Centaur è diventato nel tempo uno dei pedali overdrive più ricercati e mitizzati del panorama chitarristico. La sua rarità e costruzione artigianale, curata dallo stesso Finnegan con componenti selezionati, hanno portato il valore dell’originale a cifre ben oltre i 2.000€, alimentando la nascita di centinaia di cloni.
Finnegan non ha mai nascosto la sua consapevolezza riguardo alla proliferazione di copie ispirate al Centaur. Tuttavia, ha tracciato una linea netta con la proposta Behringer: “una contraffazione vera e propria, non un semplice clone”, come sottolineato nei documenti legali ufficiali.

Le accuse: marchio, immagine e marketing – Klon fa causa a Behringer
La causa si basa su più elementi ritenuti violazioni dirette della proprietà intellettuale. Secondo Finnegan, il Centaur Overdrive di Behringer:
- riprende in modo quasi identico il design estetico del Klon, inclusa la silhouette e la disposizione dei controlli;
- utilizza immagini e riferimenti che evocano deliberatamente l’aura dell’originale;
- evita persino di inserire il marchio Behringer sul pannello frontale, un’eccezione rispetto al catalogo abituale del brand.
Il marketing del pedale, ritenuto “ingannevole”, fa largo uso della fama del Klon per promuovere un prodotto che, secondo Finnegan, ne replica l’identità pur senza alcuna autorizzazione. L’account ufficiale Klon su Instagram ha dichiarato che né lui né la sua azienda sono mai stati contattati da Behringer.
La differenza sta nei dettagli (e nel prezzo)
Un altro punto cardine della denuncia riguarda la qualità costruttiva. Finnegan afferma che un vero Centaur non può essere replicato con un budget così contenuto: i suoi pedali sono realizzati a mano, con componenti custom e un processo che non sarebbe mai compatibile con logiche industriali di profitto.
La Klon evidenzia anche come, rispetto ad altri cloni più o meno dichiarati presenti sul mercato (come il Deep State di Way Huge o il Notaklön di JHS), quello Behringer si distingua per l’intento “spudoratamente ingannevole”, definendolo una contraffazione sotto mentite spoglie.
Il clone che fa discutere l’intera industria
Il caso ha sollevato un dibattito acceso tra appassionati, costruttori e collezionisti. Non è la prima volta che Behringer si trova al centro di polemiche legate alla copia di circuitazioni famose: recentemente è stata chiamata in causa anche da Musitronics per una replica del Mu-Tron III.
Klon fa causa a behringer principalmente per il concetto di “trade dress”: secondo i legali di Finnegan, Behringer avrebbe replicato ogni elemento distintivo dell’aspetto del Centaur, sfruttando l’identità visiva e la reputazione del pedale originale.
Cosa potrebbe significare per il futuro del settore?
Il risultato di questa causa potrebbe avere ripercussioni importanti su tutto il mercato degli effetti boutique e dei cloni. Se Klon dovesse avere successo, si aprirebbe la strada a una maggiore tutela dei design iconici, costringendo i produttori di repliche a rivedere drasticamente il modo in cui si ispirano ai classici.
Nel frattempo, la comunità dei chitarristi osserva con attenzione: questa battaglia legale tra Davide e Golia dell’overdrive non è solo una questione di marchi, ma una riflessione profonda sul valore dell’originalità in un mondo pieno di copie.


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