Nevermind dei Nirvana compie 34 anni. Pubblicato il 24 settembre 1991, l’album simbolo degli anni ’90 non fu soltanto un successo discografico, ma una vera scossa tellurica per la musica e la cultura pop. In poco tempo, il disco portò il grunge dalle cantine di Seattle alle classifiche mondiali, trasformando Kurt Cobain, Dave Grohl e Krist Novoselic da outsider a icone generazionali.
Il suo impatto andò ben oltre la musica: cambiò il linguaggio visivo delle copertine, la percezione del rock nelle major e diede voce a una generazione che non si riconosceva più nei lustrini e negli eccessi patinati degli anni ’80.
Un terremoto culturale: addio al rock patinato degli anni ’80
All’inizio degli anni ’90, il panorama musicale mainstream era dominato dall’hair metal: Poison, Mötley Crüe e Bon Jovi riempivano gli stadi con look appariscenti e produzioni scintillanti. Ma sotto la superficie cresceva un malessere giovanile che chiedeva autenticità, rabbia e disillusione.
Con Nevermind, i Nirvana portarono alla ribalta il grunge, un suono sporco e diretto che mescolava punk, hard rock e malinconia. Fu l’inizio della fine per il rock glamour e l’inizio di una nuova epoca, dove le flanelle di Seattle sostituirono i lustrini di Los Angeles.
Come ha scritto il critico musicale Charles R. Cross: “Con Nevermind, il rock tornò ad essere la colonna sonora dei giovani, non dei manager delle major.”
Le storie dietro le canzoni
Smells Like Teen Spirit, l’inno di una generazione
Il brano nacque quasi per caso: Kathleen Hanna (Bikini Kill) scrisse su un muro “Kurt smells like Teen Spirit”, riferendosi a un deodorante femminile. Cobain trasformò quella frase in un titolo enigmatico che divenne un grido di ribellione giovanile.
Con il suo riff in Fa minore e il mix di quiete e deflagrazione, la canzone definì l’estetica del grunge e venne soprannominata la “Stairway to Heaven degli anni ’90”.
Come as You Are, tra accusa di plagio e iconicità
La band dei Killing Joke accusò i Nirvana di aver plagiato il riff iniziale dal loro brano Eighties. La causa legale, però, venne abbandonata dopo la morte di Cobain. Nonostante la polemica, resta uno dei brani più amati del disco.
Lithium, fragilità e forza
Il titolo richiama il litio, principio attivo di molti farmaci stabilizzatori dell’umore. Il testo esplora i conflitti interiori di Cobain, tra fede, disperazione e instabilità psicologica. Il videoclip, inizialmente pensato come animato, divenne uno dei più intensi live della band.
Something in the Way, la leggenda del ponte
Molti credettero che il brano raccontasse il periodo in cui Cobain avrebbe vissuto sotto un ponte ad Aberdeen. In realtà, fu lo stesso Krist Novoselic a smentire la leggenda: il testo rifletteva più il senso di alienazione di Kurt che un episodio reale.
La copertina e le polemiche
La copertina di Nevermind – il bambino nudo in piscina che nuota verso una banconota – fece il giro del mondo. I tentativi di censura non mancarono, ma Cobain fu irremovibile: “Chi si sente offeso dall’immagine del pene di un neonato è probabilmente un pedofilo represso”.
La foto, scattata da Kirk Weddle, è oggi tra le più riconoscibili della storia della musica.
L’impatto sull’industria musicale
Il successo di Nevermind rivoluzionò le regole del gioco. Prima del 1991, le major guardavano con diffidenza al rock alternativo. Dopo i Nirvana, tutto cambiò: le etichette corsero a firmare band come Pearl Jam, Soundgarden, Alice in Chains, aprendo la strada a un’ondata di gruppi che trasformarono il grunge in fenomeno globale.
Fu anche un cambio di paradigma: da quel momento non contava più l’immagine patinata, ma l’autenticità. Nevermind insegnò all’industria che la rabbia e l’imperfezione potevano vendere quanto (e più) del pop.
L’eredità di Nevermind dei Nirvana, 34 anni dopo
Oggi, a distanza di 34 anni, Nevermind dei Nirvana resta un punto di riferimento assoluto. Non solo perché ha venduto oltre 30 milioni di copie, ma perché continua a ispirare nuove generazioni di musicisti.
Il suo lascito è duplice:
- Ha mostrato che il rock poteva tornare a parlare di disagio, malinconia e rabbia senza compromessi.
- Ha dimostrato che un album nato ai margini poteva cambiare la cultura mainstream.
Molti giovani, anche nati dopo la morte di Cobain, scoprono ancora oggi il disco e vi trovano un linguaggio universale fatto di inquietudine, ribellione e ricerca di autenticità.




Conclusione
Nevermind dei Nirvana non è invecchiato di un giorno. È ancora lì, con le sue chitarre ruvide e la voce di Kurt Cobain che sembra urlare per tutti quelli che non trovavano posto nel mondo patinato degli anni ’90.
È un disco che non appartiene solo al passato, ma continua a vivere nel presente, come un promemoria che la musica più vera e sincera nasce spesso dall’urgenza di esprimere un dolore condiviso.
E tu? Qual è la canzone di Nevermind che ti rappresenta di più oggi? Condividilo nei commenti e porta avanti l’eredità di questo capolavoro.
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