Chi è Bonehead? – Il vero motivo della reunion degli OASIS
Quando si parla degli Oasis, i primi nomi che vengono in mente sono inevitabilmente quelli di Liam e Noel Gallagher, ma chi conosce davvero la storia della band sa bene che una delle colonne portanti sin dagli esordi è stato Paul “Bonehead” Arthurs. Chitarrista ritmico, membro fondatore e vero pilastro del suono britpop degli anni ’90, Bonehead è una figura meno appariscente dei fratelli Gallagher, ma altrettanto fondamentale per la nascita e l’ascesa della band di Manchester.
In questo articolo esploriamo chi è Bonehead: dalla biografia alle curiosità, il suo stile musicale e il suo ruolo determinante nella recente reunion degli Oasis.
Chi è Bonehead: biografia di Paul Arthurs
Paul Benjamin Arthurs, noto come Bonehead, è nato il 23 giugno 1965 a Burnage, un quartiere operaio di Manchester. Figlio di una famiglia di origine irlandese, cresce in un contesto umile e sviluppa presto una forte passione per la musica. Impara a suonare la chitarra da autodidatta e si interessa anche ad altri strumenti, come il mellotron e il pianoforte.
Il soprannome “Bonehead” nasce a scuola, per via del suo taglio di capelli rasato, ma diventa un tratto distintivo della sua immagine pubblica.
Nel 1991, insieme a Paul McGuigan (Guigsy), Tony McCarroll e Chris Hutton, Bonehead forma una band chiamata The Rain. Poco dopo, Chris Hutton viene sostituito da Liam Gallagher, che introduce anche il fratello maggiore Noel come chitarrista e autore. Nascono così gli Oasis.
Il ruolo nei primi anni degli Oasis
Bonehead è stato una figura chiave nei primi anni degli Oasis. Il suo contributo come chitarrista ritmico ha definito il caratteristico “wall of sound” che ha reso iconici gli album della band fra cui:
- Definitely Maybe (1994)
- (What’s the Story) Morning Glory? (1995)
- Be Here Now (1997)
Sebbene Noel Gallagher fosse il principale autore dei brani, Bonehead ha dato un contributo essenziale agli arrangiamenti e al suono grezzo e potente che ha conquistato il mondo. Suonava anche tastiere e altri strumenti in studio.
Durante i concerti, Bonehead era noto per la sua presenza silenziosa ma potente sul palco: spesso imperturbabile, con lo sguardo fisso sulla sua chitarra, rappresentava il lato più autentico e meno spettacolare della band.
Curiosità su Bonehead
- È un grande fan dei Beatles, in particolare di John Lennon.
- Ha lasciato gli Oasis nel 1999 per motivi familiari, durante la registrazione di “Standing on the Shoulder of Giants”.
- Dopo gli Oasis, ha suonato in diversi progetti come Moondog One e ha collaborato con artisti locali.
- Nel 2022 gli è stato diagnosticato un tumore alla tonsilla. Dopo cure intensive, nel 2023 ha annunciato la completa guarigione.
Lo stile musicale di Bonehead
Il contributo di Paul “Bonehead” Arthurs al suono degli Oasis non si può ridurre a una semplice etichetta di chitarrista ritmico. Bonehead è stato, sin dagli inizi, la colonna portante di quel “muro di chitarre” che ha reso iconico il britpop degli anni ’90. La sua chitarra ritmica non era solo un accompagnamento: era la colla che teneva insieme l’urgenza punk delle prime demo e la spavalderia melodica delle grandi hit da stadio.
Il suo stile può sembrare semplice a un ascolto distratto, ma in realtà è frutto di una scelta precisa: fare tanto con poco. Power chords diretti, riff essenziali ma scolpiti come slogan, distorsioni sature e corpose che riempiono ogni centimetro del mix senza mai soffocare la voce o gli assoli di Noel Gallagher. È proprio questa economia di note, questo approccio quasi “operaio” allo strumento, che ha permesso a Noel di osare con linee melodiche brillanti, lasciandole galleggiare su un tappeto sonoro sempre stabile, sempre presente.
Un altro tratto distintivo del suo tocco era la ripetitività quasi mantrica degli accordi aperti: sequenze cicliche che, concerto dopo concerto, diventavano cori da stadio anche senza parole. Quando lo si vedeva sul palco, fisso dietro la sua chitarra, con lo sguardo basso e l’aria imperturbabile, Bonehead sembrava dire: non c’è bisogno di strafare per farsi sentire.
La verità è che senza di lui quel suono ruvido e maestoso non avrebbe avuto la stessa profondità. Nei primi dischi — da Definitely Maybe a (What’s the Story) Morning Glory? — si percepisce chiaramente la sua impronta: le chitarre ronzano come un alveare, pulsano di energia elettrica, ma non cedono mai al caos. È come se Bonehead incarnasse la parte più working class degli Oasis: radicata, concreta, essenziale.
In fondo, la grandezza del suo stile sta proprio in questo: non cercare di rubare la scena, ma costruirla nota dopo nota, power chord dopo power chord, fino a diventare quel fondale sonoro che permette a tutto il resto di brillare. E forse è anche per questo che, dopo tanti anni, la sua presenza silenziosa ha saputo rimettere insieme ciò che sembrava irrimediabilmente perso.
Il ritorno con Liam Gallagher
Dal 2017, Bonehead è tornato a suonare con Liam Gallagher, partecipando ai suoi tour solisti e agli album da solista. Questa collaborazione ha portato Bonehead su palchi prestigiosi come Knebworth nel 2022, suscitando emozione tra i fan e alimentando le voci di una reunion completa degli Oasis.
Liam ha sempre parlato di Bonehead con grande affetto, considerandolo un amico fidato e un compagno musicale irrinunciabile.
Bonehead e la reunion degli Oasis: il vero protagonista
Durante il concerto dei Gallagher al Principality Stadium di Cardiff, il 5 luglio 2025, è stato Noel a sorprendere tutti con una dichiarazione pubblica:
“On guitar… If it wasn’t for him, none of this would have happened.”
Tradotto: “Se non fosse per lui, nulla di tutto questo sarebbe mai successo.”
Con questa frase, Noel ha riconosciuto ufficialmente il ruolo centrale di Bonehead nella riappacificazione con Liam e nella realizzazione della tanto attesa reunion. Un momento storico, acclamato dai fan e ripreso dalle principali testate internazionali come Radio X, NME e Virgin Radio.
Virgin Radio ha riportato:
“Per Noel, il vero responsabile della reunion del decennio è Paul ‘Bonehead’ Arthurs… Se non fosse per lui, niente di questo sarebbe mai successo.”


Perché Bonehead è stato cruciale:
- Ha mantenuto un rapporto umano con entrambi i fratelli
- Ha fatto da mediatore silenzioso nei momenti di tensione
- È stato un simbolo di continuità storica e coerenza per i fan
La sua presenza ha dato autenticità alla reunion, rendendola non solo un evento mediatico, ma un ritorno reale all’essenza degli Oasis.
Paul “Bonehead” Arthurs ha sempre preferito il ruolo da “uomo dietro le quinte”, ma il suo impatto sulla musica degli Oasis e sulla scena britpop è stato immenso. Con la sua attitudine discreta e la sua dedizione alla musica, rappresenta l’anima working class di una delle band più influenti della storia britannica.
Oggi, è finalmente riconosciuto come la forza silenziosa che ha reso possibile non solo la nascita degli Oasis, ma anche il loro ritorno. Una figura simbolica, musicale e umana, senza la quale tutto questo non sarebbe mai potuto accadere.