Pianoforte verticale: perché acquistarne uno e come sceglierlo
La scelta intelligente per chi vuole un vero pianoforte senza rinunciare allo spazio: il pianoforte verticale rappresenta da sempre il perfetto compromesso tra qualità sonora, ingombro e prezzo. Se stai pensando di acquistare un pianoforte acustico ma non hai lo spazio (o il budget) per un a coda, questo articolo ti guiderà nella scelta del tuo strumento ideale.
Indice
- Cos’è un pianoforte verticale: definizione e funzionamento
- Storia e origini del pianoforte verticale
- Tipologie e misure: quale scegliere per spazio
- Pedali e meccanica del pianoforte verticale
- Pro e contro rispetto a un pianoforte a coda
- Principali marche e modelli sul mercato
Cos’è un pianoforte verticale: definizione e funzionamento
Il pianoforte verticale, chiamato anche pianoforte dritto o upright piano, è uno strumento a corde percosse dove la tavola armonica e le corde sono disposte verticalmente, anziché orizzontalmente come nel pianoforte a coda. Questa configurazione permette di ottenere uno strumento decisamente meno ingombrante, rendendolo adatto anche agli spazi domestici più ristretti.
Il principio di funzionamento rimane sostanzialmente identico a quello del pianoforte a coda: quando premi un tasto, un complesso sistema di leve (la “meccanica”) aziona un martelletto che colpisce le corde corrispondenti. La differenza principale sta nell’orientamento: nei verticali, i martelletti si muovono orizzontalmente verso le corde verticali, mentre nei pianoforti a coda il movimento è verticale verso le corde orizzontali.
La tavola armonica, elemento cruciale per la risonanza e la proiezione del suono, è posizionata dietro alle corde e contribuisce ad amplificare le vibrazioni. Nei modelli più grandi può raggiungere dimensioni considerevoli, avvicinandosi alle prestazioni sonore di un piccolo pianoforte a coda.
Storia e origini del pianoforte verticale
Il pianoforte verticale nasce dalla necessità di rendere il pianoforte accessibile a un pubblico più ampio, sia dal punto di vista economico che pratico. La sua storia comincia agli inizi del XIX secolo, quando diversi costruttori iniziarono a sperimentare con l’orientamento verticale delle corde.
Il primo vero pianoforte verticale viene generalmente attribuito a John Isaac Hawkins, un inventore inglese che nel 1800 brevettò un “portable grand piano” con corde verticali. Tuttavia, fu il francese Henri Pape a perfezionare il design nel 1828, creando il primo pianoforte verticale moderno con una struttura in ghisa che permetteva una maggiore tensione delle corde.
L’idea si diffuse rapidamente in Europa e America, dove costruttori come Steinway & Sons, Bechstein e Blüthner iniziarono a produrre i loro modelli verticali. La rivoluzione industriale americana della seconda metà dell’800 rese possibile la produzione di massa di questi strumenti, democratizzando l’accesso al pianoforte per la classe media.
Nel XX secolo, il pianoforte verticale ha vissuto un periodo di grande popolarità, diventando il “pianoforte di casa” per eccellenza. Marchi giapponesi come Yamaha e Kawai hanno ulteriormente perfezionato questa tecnologia, introducendo innovazioni nella metallurgia e nella lavorazione del legno.

Tipologie e misure: quale scegliere per spazio
I pianoforti verticali si dividono in diverse categorie basate principalmente sull’altezza, che influenza direttamente la lunghezza delle corde e quindi la qualità del suono, specialmente nelle note gravi.
Spinet (100-110 cm): Sono i più compatti e economici. La meccanica è spesso semplificata e la lunghezza delle corde è limitata, risultando in un suono meno ricco negli acuti e nei bassi. Sono ideali per chi ha vincoli di spazio molto stringenti o per principianti, ma potrebbero non soddisfare musicisti più esigenti.
Console (110-120 cm): Rappresentano un buon compromesso tra dimensioni e qualità sonora. La meccanica è generalmente migliore rispetto agli spinet e le corde più lunghe garantiscono una migliore risonanza. Sono perfetti per uso domestico e studio.
Studio (120-130 cm): Offrono un suono decisamente più ricco e una meccanica più raffinata. Le corde dei bassi sono abbastanza lunghe da produrre un suono corposo e la tavola armonica di dimensioni maggiori garantisce una migliore proiezione. Ideali per musicisti seri e insegnanti.
Upright grand (oltre 130 cm): Sono i “giganti” della categoria, con prestazioni sonore che si avvicinano a quelle di un pianoforte a coda di piccole dimensioni. La lunghezza delle corde è tale da garantire un suono ricco e potente in tutti i registri. Necessitano di soffitti alti e spazi adeguati.
La scelta delle dimensioni deve considerare non solo lo spazio disponibile, ma anche l’acustica della stanza. Una stanza piccola potrebbe essere “sopraffatta” da un pianoforte troppo grande, mentre uno spazio ampio potrebbe far sembrare insufficiente un modello troppo piccolo.
Pedali e meccanica del pianoforte verticale
La meccanica del pianoforte verticale è un capolavoro di ingegneria, che ha il compito di gestire la trasmissione del movimento dal tasto al martelletto in modo preciso ed efficiente. A differenza del pianoforte a coda, dove la gravità aiuta il ritorno dei martelletti, nei verticali questo movimento deve essere assistito da molle e contrappesi.
Il sistema di leve è più complesso rispetto al piano a coda: dal tasto, il movimento passa attraverso un pilotino, poi a una squadra, quindi al martelletto. Questo percorso più articolato può influenzare leggermente la risposta del tasto, ma i migliori costruttori sono riusciti a minimizzare questo effetto.
Per quanto riguarda i pedali, il pianoforte verticale ne ha tipicamente due o tre:
Pedale del forte (destro): Solleva tutti gli smorzatori dalle corde, permettendo alle note di continuare a risuonare anche dopo aver rilasciato i tasti. Crea inoltre un effetto di simpatia tra le corde, arricchendo il suono complessivo.
Pedale del piano (sinistro): Nei verticali, questo pedale ha una funzione diversa rispetto al a coda. Anziché spostare la meccanica, avvicina i martelletti alle corde, riducendo la forza dell’impatto e quindi il volume.
Pedale tonale (centrale): Presente solo in alcuni modelli, mantiene sollevati solo gli smorzatori delle note che erano premute nel momento in cui viene azionato, permettendo effetti di risonanza selettiva.
La qualità della meccanica varia notevolmente tra i diversi costruttori e fasce di prezzo. Le meccaniche di alta qualità, come quelle utilizzate da Steinway o Bösendorfer, offrono una risposta più diretta e permettono un controllo più raffinato delle dinamiche.

Pro e contro rispetto a un pianoforte a coda
La scelta tra pianoforte verticale e a coda dipende da diversi fattori, ognuno con i propri vantaggi e svantaggi.
Vantaggi del pianoforte verticale:
L’ingombro ridotto è sicuramente il principale vantaggio. Un verticale occupa circa 1,5 metri quadrati contro i 4-6 metri quadrati di un a coda! Questo lo rende adatto alla maggior parte degli ambienti domestici senza richiedere ristrutturazioni o sacrifici eccessivi in termini di spazio abitativo.
Il costo è generalmente inferiore: un buon pianoforte verticale può costare dalla metà a un terzo di un pianoforte a coda di qualità equivalente. Questo lo rende accessibile a una fascia più ampia di musicisti e famiglie.
La manutenzione è spesso più semplice ed economica. L’accordatura ha un costo simile, ma interventi più complessi come la regolazione della meccanica o la sostituzione delle corde tendono ad essere meno costosi.
Il trasporto è decisamente più gestibile. Mentre un pianoforte a coda richiede spesso l’intervento di specialisti e può necessitare di modifiche alla casa (rimozione di finestre, ecc.), un verticale può essere trasportato più facilmente.
Svantaggi del pianoforte verticale:
La qualità sonora, pur essendo eccellente nei migliori modelli, generalmente non raggiunge quella di un pianoforte a coda di pari livello. Le corde più corte, specialmente nei bassi, producono un suono meno ricco e corposo.
La meccanica, per quanto sofisticata, non può eguagliare la risposta diretta e immediata di quella di un a coda. La ripetizione delle note è generalmente meno rapida e il controllo delle dinamiche meno raffinato.
La proiezione del suono è limitata dalla posizione della tavola armonica. Nei a coda, il suono si propaga liberamente nello spazio, mentre nei verticali è parzialmente “assorbito” dalla parete retrostante.
L’esperienza di suonare è diversa: molti pianisti professionisti preferiscono la sensazione e la risposta del pianoforte a coda, specialmente per repertori tecnicamente impegnativi o per performance dal vivo.
Principali marche e modelli sul mercato
Il mercato del pianoforte verticale offre una vasta gamma di opzioni, dalle entry-level ai modelli professionali di altissima qualità.
Fascia premium:
Steinway & Sons produce verticali di qualità eccezionale. Il modello K-132 è considerato tra i migliori verticali al mondo, con una meccanica raffinata e un suono che si avvicina a quello di un piccolo a coda. Prezzo tra i 40.000€ e i 50.000€
Bösendorfer offre verticali con lo stesso standard qualitativo dei loro a coda. I modelli 120 CL e 130 CL sono apprezzati per la ricchezza armonica e la costruzione artigianale. Prezzi a partire da 40.000€.
C. Bechstein produce verticali di alta qualità come il modello Concert 8, caratterizzato da un suono brillante e una meccanica precisa. Fascia di prezzo 50.000-60.000€.


Fascia media-alta:
Yamaha domina questa categoria con modelli come il U1 e U3, diventati standard di riferimento per scuole di musica e conservatori. Offrono un eccellente rapporto qualità-prezzo, con prezzi tra 10.000 e 20.000€. La serie SU7 rappresenta il top di gamma Yamaha per i verticali.
Kawai compete direttamente con Yamaha con modelli come il K-300 e K-500, apprezzati per il tocco morbido e il suono caldo. Prezzi simili a Yamaha.
Schimmel produce verticali di qualità tedesca a prezzi più accessibili rispetto ai marchi premium. I modelli Classic offrono un suono europeo distintivo.


Fascia entry-level:
Petrof offre verticali cechi di buona qualità a prezzi competitivi, apprezzati per il suono espressivo e la costruzione solida.
Marche cinesi come Pearl River e Hailun offrono strumenti di qualità crescente a prezzi molto competitivi, rappresentando una valida opzione per principianti e budget limitati.


La scelta del marchio dovrebbe basarsi non solo sul prezzo, ma anche sul suono preferito, sulla qualità costruttiva e sulla disponibilità di assistenza tecnica locale. È sempre consigliabile provare diversi strumenti prima dell’acquisto, possibilmente con l’aiuto di un tecnico specializzato o di un insegnante esperto.
Un pianoforte verticale di qualità può durare decenni con la giusta manutenzione, rendendolo un investimento a lungo termine per la tua passione musicale.
Ulteriori Informazioni:
- Tutti i pianoforti verticale su Thomann
- Pianoforte a coda: guida completa per scegliere il modello perfetto
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