Mick Taylor contro il MET: «Espongono la mia Les Paul rubata nel ’71!»
Una chitarra rubata a Mick Taylor nel 1971 potrebbe oggi trovarsi nei depositi del Metropolitan Museum of Art di New York. A sostenerlo è lo stesso ex chitarrista dei Rolling Stones, che ha accusato pubblicamente il prestigioso museo di custodire illegalmente uno strumento a cui era profondamente legato. La vicenda, riportata dal New York Post, ha acceso una disputa che coinvolge non solo il mondo della musica, ma anche quello dell’arte, della collezionistica e del diritto.
Il caso: Mick Taylor e la Gibson Les Paul scomparsa
Tutto è cominciato il 10 luglio 2025, quando Marlies Damming, manager di Mick Taylor, ha dichiarato che una delle 500 chitarre donate al MET dall’imprenditore Dirk Ziff apparterrebbe in realtà al suo assistito. Si tratta di una Gibson Les Paul degli anni ’50, uno strumento raro e inconfondibile per la particolare venatura “flamed” del legno, che secondo Damming sarebbe equiparabile a un’impronta digitale.
La donazione, celebrata a maggio dal museo con toni trionfali, è stata definita «rivoluzionaria e trasformativa» dal direttore Max Hollein. Le chitarre, destinate a una futura galleria permanente prevista per il 2027, rappresentano uno dei nuclei più prestigiosi mai acquisiti dal MET in ambito musicale. Ma tra queste gemme ci sarebbe anche la chitarra scomparsa di Mick Taylor.
Un furto mai risolto a Villa Nellcôte
Secondo quanto ricostruito da Taylor e dalla sua manager, lo strumento fu rubato nel settembre del 1971 durante una rapina nella villa di Nellcôte, in Costa Azzurra, dove i Rolling Stones stavano registrando Exile on Main St.. In quell’occasione, un gruppo di spacciatori marsigliesi saccheggiò l’intera casa, portando via nove chitarre di Keith Richards, un basso di Bill Wyman e il sassofono di Bobby Keys. Tra gli strumenti trafugati ci sarebbe stata anche la Gibson Les Paul di Taylor.
La chitarra in questione non è una qualunque: oltre a essere stata suonata da Keith Richards all’Ed Sullivan Show nel 1964, fu anche impugnata da Taylor durante il tragico concerto gratuito ad Altamont nel 1969, dove perse la vita Meredith Hunter. Entrata nelle mani di Taylor nel 1967 – si dice dopo un passaggio anche da parte di Eric Clapton e Jimmy Page – sarebbe rimasta il suo strumento principale fino alla sparizione.
Il MET replica: “Taylor non ne è mai stato il proprietario”
La risposta del Metropolitan Museum non si è fatta attendere. In un comunicato pubblicato il 1° agosto dal New York Times, il museo ha dichiarato che “la chitarra ha una storia di proprietà lunga e ben documentata”. Il MET ammette che Taylor l’ha effettivamente suonata, ma sostiene che non ne sia mai stato il legittimo proprietario.
Secondo la loro versione, la chitarra apparteneva in origine a Keith Richards e sarebbe passata nel 1971 ad Adrian Miller, anche se restano dubbi su come quest’ultimo ne sia venuto in possesso. Lo strumento sarebbe inoltre stato messo all’asta da Christie’s e utilizzato per la copertina di uno dei cataloghi della casa d’aste, oltre a essere già stato esposto in passato al MET nel 2019 senza che nessuno sollevasse rivendicazioni.
Chitarra rubata a Mick Taylor – Le prove del passato
- Numerose foto d’epoca mostrano Taylor con quella stessa Les Paul.
- Il legno “flamed” di ogni Les Paul degli anni ’50 è unico e riconoscibile.
- La sparizione dello strumento coincide con il furto del ’71 a Villa Nellcôte.
- Taylor acquistò la chitarra da Richards nel 1967.
Una battaglia legale alle porte?
Al momento, nessuno degli strumenti donati da Ziff è ancora stato esposto e l’elenco completo non è stato reso pubblico. Questo rende più difficile un’identificazione formale da parte del team di Taylor, che tuttavia si dice certo dell’identità dello strumento.
Le implicazioni della vicenda vanno ben oltre la questione della proprietà materiale: è in gioco il riconoscimento di una pagina di storia del rock e il legame affettivo e artistico che un musicista ha con il proprio strumento. Se la chitarra fosse davvero quella di Taylor, la sua presenza nei depositi del MET solleverebbe questioni etiche e legali non indifferenti, soprattutto per un’istituzione che si propone come custode della cultura e della memoria collettiva.


Conclusioni
La chitarra rubata a Mick Taylor rischia di trasformarsi in un vero e proprio caso giudiziario, destinato a far discutere fan, storici e collezionisti. Mentre il MET difende la propria documentazione, il musicista britannico rilancia con una narrativa personale ricca di dettagli, foto e ricordi. In attesa di nuovi sviluppi, resta aperta una domanda: a chi appartiene davvero uno strumento che ha attraversato mezzo secolo di storia del rock, dal palco dell’Ed Sullivan Show agli archivi di uno dei musei più prestigiosi del mondo?
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