a cura di Francesco Di Mauro | Tempo di lettura approssimativo: 5 minuti
Eric Johnson Rig: chitarre, ampli ed effetti iconici

Eric Johnson Rig: chitarre, ampli ed effetti iconici  ·  Fonte: Passione Strumenti / Francesco Di Mauro

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Quando si parla del gear di Eric Johnson, ci troviamo davanti a un mondo fatto di maniacale ricerca sonora e perfezionismo estremo. Il chitarrista texano, autore del capolavoro Cliffs of Dover che gli valse un Grammy nel 1992, è considerato uno dei più grandi virtuosi della chitarra elettrica. Ogni dettaglio – dalle chitarre agli amplificatori, dagli effetti fino alle corde e ai plettri – è scelto con cura ossessiva per scolpire un timbro inconfondibile, spesso descritto come “violin sound”. In questa guida completa analizziamo nel dettaglio chitarre, amplificatori ed effetti di Eric Johnson, scoprendo i segreti dietro uno dei suoni più leggendari della storia della musica.

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Tutto sul rig di Eric Johnson

Quando i chitarristi discutono del “sacro graal” del suono elettrico, un nome emerge con regolarità: Eric Johnson. Il virtuoso texano è considerato uno dei più grandi perfezionisti della chitarra elettrica. Musicista in grado di passare ore alla ricerca di un suono più chiaro, più rotondo, più “giusto”. Johnson è un artista senza compromessi che fonde blues, rock, jazz e country per creare uno stile unico.

Vediamo più da vicino il rig di Eric Johnson.

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Lo stile di Eric Johnson

Phrasing melodico

Negli anni ’80 molti virtuosi si distinguevano per velocità e piroette tecniche. Johnson, invece, ha sempre puntato sulla melodia. Anche nei passaggi più veloci, ogni nota appare intenzionale, con un timbro cantabile, spesso descritto come “violin sound”: lungo, chiaro, privo di rumori di fondo. Questo non dipende solo dal gear, ma anche dalla sua incredibile precisione nella mano destra, con cui alterna plettro e fingerpicking ottenendo un controllo dinamico quasi orchestrale.

Estetica sonora e il “violin sound”

Il suo timbro non è un artificio di marketing, ma il frutto di una ricerca maniacale della purezza. Johnson combina una leggera distorsione (spesso tramite un Tube Screamer o direttamente dal Marshall Plexi) con delay delicati e un tocco di riverbero. Evita rumori d’attacco aggressivi, scolpendo note rotonde che risuonano come linee d’archi. La sua ossessione per i dettagli è proverbiale: sostiene di distinguere persino marche di cavi e tipi di batterie nei pedali.

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Versatilità stilistica

Johnson non è incasellabile. In Cliffs of Dover emerge la sua anima rock; in ballad come Song for Lynette il lato romantico, quasi classico; in brani come East Wes l’omaggio al jazz di Wes Montgomery. Persino elementi country entrano nei suoi assolo con lick rapidissimi dal sapore banjo. La sua forza è l’ampiezza stilistica mantenendo un’identità riconoscibile.

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Le chitarre di Eric Johnson

Fender Stratocaster – il cuore del suo sound

La Fender Stratocaster è il simbolo del gear di Eric Johnson. Dagli anni ’70 a oggi, modelli vintage dei primi anni ’60 restano i suoi strumenti principali. Non a caso Fender ha realizzato diverse Eric Johnson Signature Stratocaster, ottimizzate in ogni dettaglio. Johnson preferisce esemplari leggeri, convinto che risuonino meglio. I pickup sono single coil in stile vintage, chiari e campanellanti senza mai essere taglienti.

Sul palco spesso suona una Stratocaster sunburst, diventata iconica come timbro di Cliffs of Dover: caldo, trasparente, incisivo.

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Fender Eric Johnson Pickup Set
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Fender Eric Johnson Strat WBL
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Gibson ES-335 – il lato jazz

Nel suo arsenale non manca la Gibson ES-335, scelta per i momenti jazz e fusion. Il corpo semi-hollow dona un suono rotondo e corposo, perfetto per ballad e atmosfere morbide. Anche con la 335 Johnson mantiene il suo timbro “cantabile”.

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Gibson ES-335 Satin Cherry
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Les Paul e altri classici

Johnson ha utilizzato anche Gibson Les Paul, soprattutto nei primi anni, per un suono più grosso e sostenuto. Non mancano strumenti acustici (Martin) e persino una Rickenbacker 12 corde per sonorità brillanti e inattese.

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Rickenbacker 360/12 JG
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Gibson Les Paul Standard 60s BB
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Gli amplificatori di Eric Johnson

Fender Deluxe Reverb e Twin Reverb – il clean

I suoi clean sound sono leggendari quanto i lead. Johnson da sempre si affida a Fender Deluxe Reverb e Twin Reverb, capaci di alti cristallini e bassi caldi, perfetti con i single coil della Stratocaster. Solitamente li tiene molto puliti, sfruttando la sola compressione delle valvole.

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Fender 65 Twin Reverb
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Fender 65 Deluxe Reverb
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Marshall Plexi 100W – il lato rock

Per i suoni lead Johnson utilizza un Marshall Plexi Super Lead da 100 watt, lo stesso ampli usato da Hendrix, Clapton e Page. Lo regola allo sweet spot: sufficiente gain per sustain e calore, senza perdere definizione.

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Marshall 1959 HW
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L’arte della combinazione

Il vero segreto è l’uso combinato degli ampli. Dal vivo spesso accende più testate: Fender per il canale clean e Marshall Plexi per lead e crunch, a volte in stereo. Questo gli consente di passare da arpeggi cristallini a soli cantabili nello stesso brano, creando un paesaggio sonoro ampio e tridimensionale.

Gli effetti nel rig di Eric Johnson

Overdrive e Fuzz

Il cuore del suo lead sound è l’Ibanez Tube Screamer (TS808 vintage). Non lo usa per distorsioni estreme, ma per spingere leggermente la Plexi e aumentare il sustain. In aggiunta, impiega il Dallas-Arbiter Fuzz Face, con parsimonia, per dare più carattere ai soli.

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Ibanez TS808
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Dunlop JH F1
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Delay ed Echo

Un’altra firma sonora è la profondità data dai delay. Storico il Maestro Echoplex EP-3, a nastro, affiancato in seguito dai delay analogici Boss (DM-2). Johnson imposta i delay corti e sottili, come un cuscino che sostiene le note senza coprirle.

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Boss DM-2W Delay
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Catalinbread Belle Epoch Deluxe BOS
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Riverbero, chorus e compressione

Il riverbero a molle dei Fender è la base del suo suono ambient. Il chorus viene usato con estrema discrezione, per allargare senza snaturare. La compressione è quasi sempre presente, trasparente, utile a uniformare il tocco e a garantire sustain naturale.

Corde, plettri e accessori

La maniacale ricerca di Johnson si riflette anche negli accessori:

  • Corde: set .010, cambiate spesso per mantenere brillantezza.
  • Plettri: Dunlop Jazz III, piccoli e appuntiti, perfetti per il controllo delle frasi veloci e delle note lunghe.
  • Cavi e batterie: sostiene di percepire differenze tra marche e materiali, un’ossessione che contribuisce al suo mito di perfezionista.
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Dunlop Eric Johnson Picks Jazz III
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Dunlop Eric Johnson Custom Jazz III
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Influenza ed eredità

La discografia di Johnson non è vasta, ma la sua influenza è immensa. Dischi come Ah Via Musicom (1990) e Venus Isle (1996) sono studi obbligati per chiunque voglia esplorare il potenziale di Stratocaster, ampli valvolari e pedali.

Chitarristi come Joe Bonamassa, John Mayer e Guthrie Govan lo citano come modello. Eric Johnson incarna l’idea del chitarrista come ricercatore, sempre alla caccia di un suono migliore, mai soddisfatto.

La sua eredità è un invito ai musicisti a non fermarsi alle soluzioni più ovvie, ma a esplorare a fondo ogni dettaglio del suono.

👉 Secondo te, qual è il segreto più importante del gear di Eric Johnson? La sua Stratocaster, i suoi amplificatori o la sua ossessione per i dettagli?

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