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Il prossimo mese segnerà il 50° anniversario di Bohemian Rhapsody, il capolavoro dei Queen che ha rivoluzionato la storia del rock. Per l’occasione, Brian May e Roger Taylor hanno rilasciato una lunga intervista a Rolling Stone, ripercorrendo la nascita della canzone, le influenze musicali dietro il brano e il dibattito mai chiuso sul suo significato.

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La genesi di un capolavoro

Secondo Brian May, Bohemian Rhapsody fu il culmine di un’epoca in cui il rock godeva ancora di grande libertà creativa. Le band avevano tempo e risorse per sperimentare, stratificare armonie e spingersi oltre i confini tradizionali della forma canzone.

Roger Taylor sottolinea come negli anni ’70 fosse fondamentale la padronanza dello strumento: “All’epoca dovevi essere davvero bravo a suonare, oggi non sembra più un requisito indispensabile”, ha dichiarato con una frecciata al panorama musicale attuale.

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L’influenza dei Beatles e la sfida dei Queen

Una delle caratteristiche più riconoscibili del brano è l’uso delle armonizzazioni vocali multiple, diventate un marchio di fabbrica dei Queen. May ha spiegato che l’ispirazione arrivò direttamente dai Beatles, in particolare dal brano Because, contenuto in Abbey Road:

“Eravamo ipnotizzati. Mi vengono ancora i brividi al pensiero. Ci siamo detti: questa è la cosa più audace mai sentita, dobbiamo raccoglierne l’eredità”.

Oltre alle voci, non mancavano i dettagli scenografici. Taylor ricorda con ironia l’idea di inserire un enorme gong alla fine della canzone: “I Led Zeppelin ne avevano uno, così noi ne abbiamo preso uno molto più grande. Una sorta di patetica gara di chi ce l’aveva più grosso”.

Cosa significa davvero Bohemian Rhapsody?

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Il vero significato della canzone è stato oggetto di dibattito per decenni. Secondo John Reid, all’epoca manager sia dei Queen che di Elton John, il testo rifletteva il percorso personale di Freddie Mercury e il suo rapporto con la propria identità:

“Credo che parli dell’accettazione della sua omosessualità, soprattutto nella frase ‘Gotta leave it all behind and face the truth’. C’era anche un po’ di dubbio e la difficoltà di aprirsi completamente con i genitori”.

Un’interpretazione che, pur non confermata ufficialmente da Mercury, resta tra le più condivise dai fan e dagli addetti ai lavori.

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Un’eredità che resiste

A cinquant’anni dalla sua uscita, Bohemian Rhapsody continua a essere un brano senza tempo: un’opera che unisce rock, opera e pop in una forma irripetibile, capace di emozionare generazioni diverse.

Il segreto del suo successo sta probabilmente proprio nella capacità di essere al tempo stesso complessa e universale, un inno alla libertà artistica che i Queen hanno saputo trasformare in mito.

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Susanna Staiano
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Roger Taylor e Brian May ricordano i 50 anni di Bohemian Rhapsody
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