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L’attesa per i Grammy Awards 2026 è già alle stelle, e la categoria più ambita — il Song of the Year — promette una battaglia epica tra nuove voci e icone consolidate.

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Pop, hip-hop e latin si incrociano in un’edizione dove nessuno sembra intoccabile: Sabrina Carpenter sogna il trionfo, Gracie Abrams cerca la consacrazione, Lady Gaga punta a un riconoscimento che le sfugge da anni, e Bad Bunny mira a scrivere la storia.

Sabrina Carpenter: l’anno della consacrazione

Con Manchild, Sabrina Carpenter ha trasformato il suo talento pop in una dichiarazione d’intenti. Il brano, un mix irresistibile di ironia, groove e hook da classifica, ha già conquistato la vetta della Billboard Hot 100, ma ai Grammy l’obiettivo è più ambizioso: vincere per la scrittura, non solo per il successo commerciale.

La collaborazione con Jack Antonoff — ormai vero re Mida del pop contemporaneo — ha elevato il suo sound, portandola oltre l’immagine di popstar patinata. Manchild racconta una generazione disillusa con leggerezza e lucidità, e questo potrebbe fare la differenza davanti ai votanti dell’Academy.

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Gracie Abrams: sincerità e talento al servizio della musica

La ventenne californiana è ormai molto più che “la protetta di Taylor Swift”. Con That’s So True, Gracie Abrams ha trovato la formula perfetta tra intimità e universalità, firmando una delle canzoni più autentiche dell’anno.

Il brano — nato durante il tour con Swift — cattura il caos delle relazioni moderne con una scrittura diretta e malinconica, un equilibrio raro nel pop mainstream.

La Abrams è già stata nominata ai Grammy in passato, ma questa volta sembra pronta per il salto definitivo. Se l’Academy vorrà premiare la nuova generazione di cantautrici, lei è la scelta naturale.

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Lady Gaga: l’incantesimo di “Abracadabra”

Il titolo dice tutto: Abracadabra. Dopo anni di sperimentazioni e metamorfosi, Lady Gaga è tornata con un brano che unisce teatralità, synth e scrittura d’autore in perfetto equilibrio.

Il pezzo, tratto dall’album Mayhem, ha riportato Gaga a sonorità più “pop classiche”, ma con una maturità sonora che parla anche al pubblico più alternativo.

Nonostante quattro nomination nella categoria, la cantante non ha mai vinto il Song of the Year. Se dovesse riuscirci con Abracadabra, sarebbe un vero riscatto artistico — e una delle storie più emozionanti dei Grammy 2026.

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Bad Bunny: verso un anno leggendario

Dopo aver dominato il 2020 e il 2023, Bad Bunny è pronto a scrivere un nuovo capitolo. Con Baile Inolvidable, il portoricano più famoso del mondo porta il reggaeton su livelli di eleganza e introspezione mai raggiunti prima.

Il brano è già un fenomeno globale e, con il Super Bowl 2026 alle porte e un tour mondiale annunciato, sembra davvero che il prossimo anno possa essere “l’anno di Bad Bunny”.

La vittoria ai Grammy come Song of the Year sancirebbe definitivamente la sua posizione di superstar globale, abbattendo ancora una volta le barriere tra musica latina e mainstream americano.

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Kendrick Lamar e le sfide del déjà vu

Dopo aver conquistato cinque Grammy nel 2025, Kendrick Lamar torna in gara con Luther, una collaborazione con SZA che mescola lirismo e potenza emotiva.

Il rischio? Che l’Academy voglia “variare” rispetto alla sua ennesima vittoria annunciata. Tuttavia, Luther resta una delle composizioni più forti dell’anno e una possibile sorpresa in extremis.

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Le sorprese possibili: Roan, Huntr/x e Alex Warren

Il panorama dei Grammy 2026 non è fatto solo di big.

  • Chappell Roan con The Subway porta una ventata di freschezza queer pop, genuina e potente.
  • Huntr/x ha firmato Golden, colonna sonora dell’anime KPop Demon Hunters, un brano che ha spopolato anche tra chi solitamente non segue la musica asiatica.
  • E poi c’è Alex Warren, il creator diventato cantautore, che con Ordinary ha trasformato la viralità in arte, restando in cima alle classifiche per settimane.

Tre outsider molto diversi, ma accomunati da un punto: hanno saputo connettersi davvero con il pubblico, e questo, ai Grammy, conta sempre più.

Una stagione di transizione per i Grammy

Con Taylor Swift e Beyoncé fuori dall’eligibilità per quest’anno, i riflettori sono tutti puntati su una generazione di artisti che sta riscrivendo le regole del pop.

Il 2026 potrebbe essere ricordato come l’anno in cui i nuovi autori — capaci di scrivere, produrre e interpretare la propria musica — hanno definitivamente conquistato il cuore dell’industria.

Tra certezze e scommesse, una cosa è chiara: il Song of the Year 2026 sarà una delle categorie più imprevedibili di sempre.

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Susanna Staiano
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Grammy 2026: chi vincerà Song of the Year?
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