Universal Music e Warner Music, due delle tre major del mercato discografico globale, sono vicine a chiudere accordi “storici” per la concessione di licenze musicali a società operanti nel comparto dell’intelligenza artificiale. Lo rivela il Financial Times, che cita fonti vicine alle trattative. La musica con l’AI sta per cambiare per sempre?
Le trattative con i colossi tech e le startup dell’intelligenza artificiale
Entro poche settimane, secondo il quotidiano britannico, Universal Music e Warner Music potrebbero sottoscrivere intese con una serie di player che spaziano dalle startup AI — come ElevenLabs, Stability AI, Suno, Udio e Klay Vision — fino alle grandi piattaforme tecnologiche come Google (proprietaria di YouTube) e Spotify.
Secondo il Financial Times, alcune di queste aziende — in particolare le piattaforme di generazione musicale Suno e Udio — sono già coinvolte in controversie legali per violazione di copyright con le etichette discografiche.
Obiettivo: regolare l’uso dei brani per l’addestramento dell’AI
Le trattative si concentrano soprattutto sulle modalità con cui le etichette concederanno in licenza i propri cataloghi per l’addestramento di modelli di intelligenza artificiale e per la creazione di brani generati dall’AI.
Un punto cruciale riguarda i meccanismi di compensazione economica: le major starebbero spingendo per un modello simile a quello dello streaming, dove ogni “utilizzo” o “riproduzione” genera un micropagamento.
Per rendere possibile questo sistema, le società di intelligenza artificiale dovranno sviluppare software capaci di tracciare come e quando i contenuti musicali vengono utilizzati nei processi di generazione e addestramento.
L’impatto legale e la corsa dei legislatori
Il crescente utilizzo dell’AI generativa nell’industria creativa ha già scatenato un’ondata di cause legali, con artisti, autori e titolari di diritti che accusano le aziende di AI di utilizzare materiale protetto da copyright senza consenso né compenso.
Mentre i legislatori internazionali cercano di colmare i vuoti normativi, le Big Tech continuano a esercitare pressioni per orientare il quadro legale a favore dei propri modelli di business.
Una dinamica che, secondo molti osservatori, rischia di compromettere i legittimi interessi dei creatori di contenuti e di ridisegnare radicalmente il futuro della musica.
Verso una nuova era del rapporto tra la musica con l’AI e industria musicale
Le intese tra Universal Music e Warner Music potrebbero rappresentare un punto di svolta nel rapporto tra tecnologia e musica. Se concluse, queste licenze aprirebbero la strada a nuovi modelli di collaborazione tra etichette discografiche e società di AI, potenzialmente ridefinendo la filiera creativa e i meccanismi di tutela del diritto d’autore nell’era digitale.
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