“A Forest” dei The Cure non è solo una canzone: è un punto di svolta, un manifesto sonoro, un brano che ha definito un’estetica e un’intera stagione musicale. Questo articolo non nasce per annunciare una nuova uscita, ma come omaggio a uno dei pezzi più importanti della storia del post-punk e del gothic rock, capace di attraversare oltre quarant’anni senza perdere forza emotiva.
Scritta e registrata tra la fine del 1979 e l’inizio del 1980, e pubblicata ufficialmente nel 1980, “A Forest” rappresenta la piena affermazione della visione artistica di Robert Smith e l’inizio del suono Cure così come lo conosciamo ancora oggi.
La nascita di “A Forest” e il contesto storico
Alla fine degli anni Settanta i The Cure sono una band in trasformazione. Dopo l’esordio Three Imaginary Boys, ancora legato a una forma di punk pop essenziale e nervosa, Robert Smith sente l’esigenza di spingersi oltre, cercando un linguaggio più introspettivo e coerente.
È in questo clima che nasce “A Forest”, registrata durante le sessioni di Seventeen Seconds. Il brano viene pubblicato come singolo il 28 marzo 1980, anticipando l’uscita dell’album, che arriverà il 22 aprile 1980. Fin da subito appare chiaro che non si tratta di una semplice evoluzione, ma di una vera rottura con il passato.
Un cambio di formazione che diventa decisivo
Le sessioni di Seventeen Seconds coincidono con una fase delicata per la band. Il bassista Greg Dempsey lascia il gruppo alla fine del 1979, per poi unirsi agli Associates. Al suo posto entra Simon Gallup, destinato a diventare una figura centrale nel suono dei The Cure.
Alla formazione si aggiunge anche il tastierista Matthieu Hartley, affiancando Robert Smith e il batterista Laurence “Lol” Tolhurst. Questo assetto permette finalmente alla band di concentrarsi su un’idea precisa: costruire brani basati su ripetizione, atmosfera e sottrazione, piuttosto che su strutture tradizionali.
La visione di Robert Smith: atmosfera prima di tutto
Con “A Forest”, Robert Smith mette a fuoco una poetica destinata a durare nel tempo. La voce non è mai protagonista assoluta, ma diventa un elemento immerso nel mix, spesso sepolto dal riverbero. Gli strumenti dialogano attraverso pattern ripetitivi, creando una tensione costante che non trova mai una vera risoluzione.
Questa scelta estetica, maturata proprio tra il 1979 e il 1980, contribuisce a rendere “A Forest” uno dei primi esempi pienamente compiuti di gothic rock, influenzando profondamente le band a venire.
Analisi musicale: minimalismo e tensione
Dal punto di vista musicale, “A Forest” è eseguita in La minore e costruita su una struttura volutamente essenziale. L’introduzione vede protagonisti synth, chitarra e batteria, a cui si aggiungono solo successivamente il basso e una seconda chitarra.
La progressione iniziale Am–C–F–Dm accompagna l’ascoltatore in un movimento circolare, quasi ipnotico. Nel ponte, il brano introduce una sequenza più instabile (B–C–F#m–C–B–C), prima di tornare alla tonalità principale attraverso un passaggio cromatico che aumenta ulteriormente il senso di inquietudine.
L’assolo di chitarra, privo di bending e costruito su una scala pentatonica, rinuncia a qualsiasi virtuosismo per rafforzare l’atmosfera alienante del brano.
Singolo e album: due finali, stessa inquietudine
La versione singolo del 1980 sfuma progressivamente intorno ai quattro minuti, mentre la versione album si chiude a 4:46, con gli strumenti che si spengono uno dopo l’altro fino a lasciare solo il basso. Una scelta narrativa che amplifica il senso di solitudine e smarrimento, temi centrali dell’estetica dei The Cure di quel periodo.
La versione acustica: una rilettura nel tempo
È fondamentale chiarire che la versione acustica di “A Forest” non è una novità recente. La prima versione acustica ufficiale viene infatti registrata e pubblicata nel 2001, all’interno del CD bonus Acoustic Hits, incluso in alcune edizioni della raccolta Greatest Hits.
Questa reinterpretazione nasce come atto celebrativo, una rilettura matura che spoglia il brano degli elementi elettrici per metterne in luce la struttura emotiva. Negli anni successivi, “A Forest” è stata eseguita in acustico anche dal vivo, in contesti selezionati come sessioni radiofoniche, performance televisive ed eventi speciali, sempre con l’intento di rendere omaggio a un classico senza tempo.
Perché “A Forest” è ancora così importante
A oltre quarant’anni dalla sua pubblicazione, “A Forest” continua a essere uno dei brani più riconoscibili e amati dei The Cure. La sua forza non risiede nella produzione o nelle mode del momento, ma nella capacità di evocare emozioni universali attraverso pochi elementi essenziali.
Dalla sua nascita tra il 1979 e il 1980, passando per il successo del 1980, fino alla rilettura acustica del 2001, “A Forest” dimostra come una grande canzone possa attraversare le epoche senza perdere identità.
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