a cura di Francesco Di Mauro | Tempo di lettura approssimativo: 4 minuti
Cesare Cremonini a Napoli: splendore scenico e delusione acustica al Maradona

Cesare Cremonini a Napoli: splendore scenico e delusione acustica al Maradona  ·  Fonte: Passione Strumenti

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Il concerto di Cesare Cremonini a Napoli, andato in scena lo scorso 24 giugno allo Stadio Diego Armando Maradona, era uno degli appuntamenti più attesi dell’estate musicale italiana. Dopo mesi di attesa e una campagna promozionale capillare, l’artista bolognese è tornato nel capoluogo campano con uno show pensato per stupire, emozionare e celebrare oltre vent’anni di carriera. Palco imponente, visual mozzafiato, una scaletta ricchissima e un pubblico visibilmente carico hanno creato un’atmosfera magica e densa di aspettative.

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Tuttavia, qualcosa non ha funzionato come previsto. L’esperienza sonora, elemento centrale di qualsiasi live, ha lasciato l’amaro in bocca a una parte consistente degli spettatori.

Un evento atteso: Cesare Cremonini a Napoli tra entusiasmo e aspettative

Il ritorno di Cesare Cremonini a Napoli ha generato entusiasmo fin dai primi annunci. La tappa partenopea del suo tour estivo 2025 si è svolta il 24 giugno allo Stadio Diego Armando Maradona, una cornice imponente e densa di significato. Il pubblico, accorso da tutta la Campania e non solo, si aspettava uno spettacolo coinvolgente, degno della fama di Cremonini come performer capace di unire intensità emotiva e spettacolarità. La produzione, curata nei minimi dettagli, prevedeva un palco monumentale, giochi di luce spettacolari e una scaletta che prometteva di attraversare tutta la sua carriera.

La scaletta del concerto: Cremonini ripercorre venticinque anni di musica

Durante il concerto di Cesare Cremonini a Napoli, il cantautore bolognese ha proposto una scaletta ricca e bilanciata, che ha saputo unire classici intramontabili e brani più recenti. L’apertura con “Alaska Baby” ha subito dato il tono della serata, alternando momenti di energia pura a passaggi più intimi e riflessivi. Non sono mancati successi storici come “PadreMadre”, “La nuova stella di Broadway”, “50 Special” e “Poetica”, affiancati da hit più moderne e da una delle sorprese più gradite: il brano realizzato con Elisa “Nonostante tutto”. La chiusura, affidata a “Un giorno migliore”, ha sancito il forte legame tra l’artista e il pubblico napoletano.

Uno show visivamente impeccabile, ma penalizzato dall’audio

Nonostante la forza della scaletta e l’impatto scenografico, l’esperienza sonora del concerto di Cesare Cremonini a Napoli non è stata all’altezza delle aspettative. Fin dalle prime battute, molti spettatori – soprattutto nelle curve e nei settori più alti dello stadio – hanno lamentato un suono debole, impastato, privo della chiarezza necessaria per godere appieno dell’esibizione. La voce di Cremonini risultava spesso annegata nel mix, e gli strumenti faticavano a emergere con definizione.

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I limiti acustici dello Stadio Maradona: una criticità nota

L’acustica dello Stadio Maradona di Napoli rappresenta da anni una sfida per chiunque vi organizzi un evento musicale. La struttura aperta, le superfici riflettenti e l’ampiezza del perimetro creano condizioni difficili per una diffusione sonora omogenea. Anche il concerto di Cesare Cremonini a Napoli ha purtroppo confermato questi limiti. Anche con un impianto di ultima generazione e l’impegno dello staff tecnico, senza un delay system ben studiato e un trattamento acustico mirato, è difficile garantire un suono uniforme in ogni punto dello stadio. In questo senso, l’esperienza di Cesare Cremonini a Napoli si è scontrata con un ostacolo ben noto a chi lavora nel settore live.

Pubblico diviso tra entusiasmo e amarezza

Dopo il concerto, i social sono stati invasi da commenti contrastanti. Da un lato, l’entusiasmo per il ritorno di Cesare Cremonini a Napoli, la bellezza della scaletta e la connessione emotiva che l’artista ha saputo creare. Dall’altro, la frustrazione per un audio che ha compromesso l’esperienza in molti settori dello stadio. Frasi come “canzoni bellissime, ma non si capiva nulla” o “che peccato, voce troppo bassa” si sono moltiplicate, evidenziando una percezione comune: lo show è stato potente sul piano visivo ed emotivo, ma debole sul piano tecnico-acustico.

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Conclusione: emozione a metà per Cesare Cremonini a Napoli

L’appuntamento con Cesare Cremonini a Napoli avrebbe potuto essere uno dei momenti più alti del tour estivo 2025. In parte lo è stato, per l’intensità del repertorio e l’affetto dimostrato dal pubblico. Ma la resa sonora ha lasciato l’amaro in bocca a molti spettatori, ricordandoci quanto la qualità tecnica sia oggi fondamentale per la piena riuscita di un grande concerto. In uno stadio tanto iconico quanto acusticamente complesso, come il Maradona, la sfida non è solo artistica ma anche ingegneristica. E in questo caso, non è stata vinta del tutto.

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