Dalla scuola al palco, il flauto dolce è molto più di un semplice strumento didattico. Dalle sue origini medievali alle versioni professionali in legno, questa guida ti accompagna nella scelta del flauto dolce perfetto per le tue esigenze, spiegando differenze, diteggiature, materiali e modelli consigliati per principianti e musicisti esperti.
Che cos’è e come si suona il flauto dolce?
Il flauto dolce, conosciuto in inglese come recorder, è uno strumento a fiato della famiglia degli aerofoni. Se stai pensando “ah sì, quello delle medie”, hai ragione, ma solo in parte. Questo strumento ha una storia che risale al Medioevo e ha vissuto il suo massimo splendore durante il periodo barocco, quando compositori come Vivaldi, Telemann e Bach hanno scritto opere straordinarie proprio per flauto dolce.
Dal punto di vista costruttivo, il flauto dolce ha un bocchino a becco, un corpo con fori, e un’imboccatura che canalizza l’aria verso un “labium”, creando le oscillazioni di pressione che generano il suono. A differenza del flauto traverso, dove il flautista controlla direttamente il flusso d’aria, qui il meccanismo è più simile a quello di un fischietto sofisticato.
La tecnica esecutiva si basa su tre elementi: controllo del fiato, diteggiatura e articolazione. Il controllo del fiato è fondamentale perché anche piccole variazioni di pressione possono far saltare lo strumento all’ottava superiore. La diteggiatura barocca prevede configurazioni specifiche per ogni nota, con l’uso della diteggiatura detta “a forchetta” per suonare i semitoni.
Suonare il flauto dolce richiede una postura corretta: lo strumento va tenuto con un’angolazione di circa 45 gradi, le dita devono cadere naturalmente sui fori, e la respirazione deve essere diaframmatica.
Flauto dolce: ci sono differenze con il flauto soprano?
Qui c’è confusione terminologica da chiarire. Quando si parla di “flauto soprano”, nel contesto dei flauti dolci, ci si riferisce al membro più comune della famiglia: il flauto dolce soprano in do. È quello che probabilmente tutti abbiamo suonato a scuola, con una lunghezza di circa 30 cm.
Quindi, in sostanza: il flauto soprano È un flauto dolce. Non sono strumenti diversi, è semplicemente il nome che identifica la tipologia specifica all’interno della famiglia. Sarebbe come chiedere se c’è differenza tra “chitarra” e “chitarra classica”.
La famiglia dei flauti dolci comprende diverse taglie, dal sopranino fino al contrabbasso. Il soprano in do è il punto di riferimento standard. Esistono anche flauti soprani in re, usati per il repertorio rinascimentale, ma sono meno comuni.
Quando sentiamo parlare genericamente di “flauto”, spesso si intende il flauto traverso, che è completamente diverso: in metallo, si tiene orizzontalmente, e produce il suono in modo differente.
Imparare a suonare il flauto dolce: ecco come iniziare
Iniziare con il flauto dolce è relativamente accessibile. Non servono investimenti folli né anni di preparazione fisica. Detto questo, suonarlo bene è tutta un’altra storia.
Il primo passo è procurarsi uno strumento decente. Un buon flauto in plastica da 15-20 euro può essere sufficiente per capire se la cosa ti piace. La cosa fondamentale è che sia ben intonato. I flauti super economici da discount sono spesso un disastro.
Una volta che hai lo strumento, familiarizza con la posizione delle dita e la pressione del fiato. I primi suoni da produrre sono quelli della zona media: si, la, sol. Questi sono i più stabili. Da lì puoi espandere verso il basso e poi verso l’alto, dove le cose si complicano.
La respirazione è cruciale. Molti principianti soffiano troppo forte, ma il risultato è solo un fischio sgradevole. Il flauto dolce richiede un flusso d’aria costante e controllato. Esercizi di respirazione diaframmatica sono fondamentali.
L’articolazione si ottiene con la lingua, usando sillabe come “du” o “tu”. Questo permette di separare le note senza interrompere il flusso d’aria.
Un consiglio: lavora sulla lettura dello spartito fin da subito. Il flauto dolce ha un repertorio sterminato dal Medioevo alla musica contemporanea.
Qual è il migliore flauto dolce per iniziare a suonare?
Per chi parte da zero: un flauto dolce soprano in do, con diteggiatura barocca, in plastica ABS di qualità. Marchi come Yamaha (serie 300), Aulos, e Moeck Flauto 1 Plus sono scelte affidabili.
Perché il soprano? È lo standard. La maggior parte dei metodi didattici è scritta per soprano. Perché la diteggiatura barocca? È quella più diffusa e permette di mantenere un’intonazione più stabile. La diteggiatura tedesca è ormai obsoleta.
Perché la plastica? È resistente, economica, non richiede manutenzione particolare, e gli strumenti moderni in ABS hanno raggiunto standard qualitativi eccellenti. Un Yamaha YRS-24B costa meno di 10 euro e suona bene.
Il momento di passare al legno arriverà quando avrai sviluppato un controllo del fiato solido.
Guida all’acquisto per il tuo flauto dolce: ecco come sceglierlo
Quando vuoi acquistare un flauto dolce, considera: materiale, qualità costruttiva, intonazione, risposta dello strumento, e budget. Il mercato offre opzioni per tutte le tasche, dai 5 euro dei flauti scolastici fino alle migliaia di euro per strumenti professionali. Fondamentale: evita i flauti troppo economici di provenienza sconosciuta. Meglio investire 10-15 euro in più per avere uno strumento affidabile.
Flauto dolce in plastica per principianti
Yamaha YRS-23 o YRS-24B – Il cavallo di battaglia per chi inizia. Costa 8-12 euro, ha diteggiatura barocca, è perfettamente intonato e indistruttibile. La plastica ABS è resistente all’umidità. Disponibile su Thomann
Aulos 302BS Elite – Marchio giapponese specializzato, questo Aulos è apprezzato dagli insegnanti. Suono più caldo e risposta uniforme.
Moeck Flauto 1 Plus – Fascia un po’ più alta, prezzo 30-35 euro. Produttore tedesco famoso per il legno, ma anche la plastica è eccellente. Risposta naturale e timbro simile al legno.
Flauto dolce in legno di acero
Moeck Rottenburgh 4200 Soprano – Primo step nel legno serio. Circa 200 euro per uno strumento in acero, con costruzione in tre pezzi. Il suono è più ricco rispetto alla plastica. Richiede manutenzione: va oliato periodicamente.
Aulos 511B Tenor – Soluzione ibrida: testa in resina e corpo in acero. Costa 100-120 euro, buon compromesso tra stabilità della plastica e bellezza timbrica del legno. Meno delicato.
Flauto dolce in legno di bosso
Küng 2306 Superio Soprano – Fascia 350-400 euro. Produttore svizzero di alto livello. Il bosso produce un suono caldo e proiettante. Risposta veloce, ideale per repertorio barocco.
Mollenhauer Denner 5206 Soprano – Produttore tedesco di riferimento. Costa 290-330 euro, apprezzato per il repertorio barocco. Il bosso europeo ha grana finissima che contribuisce alla bellezza del timbro.
Flauto dolce professionale
Moeck Renaissance 8221 Soprano – Circa 600-700 euro per uno strumento in pero o bosso di altissima qualità. Livello professionale. Ogni strumento è selezionato individualmente, costruzione impeccabile.
Moeck 5247 Ehlert Soprano – Oltre i 1500 euro. Legni pregiati, costruzione artigianale. Opere d’arte sonore per musicisti professionisti che suonano in ensemble o registrano. Differenza percepibile in proiezione e omogeneità timbrica.
Esistono varie tipologie di flauto dolce?
Assolutamente sì. Il flauto dolce non è solo quel tubetto che suonavamo da bambini. Esiste un’intera famiglia di strumenti che copre oltre quattro ottave.
Il sopranino in fa, lungo circa 20 cm, ha suono acuto e penetrante. È il più piccolo comunemente usato, ideale per le parti acute in ensemble. Richiede dita agili perché i fori sono ravvicinati.
Il soprano in do è lo standard di cui abbiamo parlato, lungo circa 30 cm. Punto di riferimento per didattica e repertorio solistico.
Il contralto (o alto) in fa è forse il più nobile della famiglia. Lungo circa 47 cm, è lo strumento per cui è stata scritta la maggior parte del repertorio barocco solistico. Vivaldi e Telemann hanno scritto concerti specificatamente per contralto in fa. Il timbro è più caldo e rotondo.
Il tenore in do è un’ottava sotto il soprano. Lungo circa 60 cm, ha problemi di ergonomia perché i fori sono distanziati. Per questo ha spesso le chiavi per i fori più bassi.
Il basso in fa è circa 94 cm, e qui le chiavi diventano necessarie. Il suono è profondo e ricco, perfetto per le linee di basso negli ensemble.
Infine i giganti: great bass in do e contrabbasso in fa, che possono superare i 2 metri e richiedono sostegni a terra. Producono suoni profondi che danno fondamenta sonore incredibili. Guardate qua!
Oltre alle diverse taglie, esistono varianti stilistiche. I flauti rinascimentali hanno foratura più larga e corpo più cilindrico, mentre quelli barocchi sono più conici con fori più piccoli. Questa differenza influenza timbro e intonazione.
C’è poi il mondo dei flauti storici o in copia, realizzati seguendo esattamente le misure di originali conservati nei musei. Questi hanno intonazioni diverse dallo standard moderno (A=440 Hz), pensate per suonare a A=415 Hz (barocco) o altre intonazioni storiche.
La varietà è enorme, e per chi si appassiona, esplorare le diverse taglie è un viaggio affascinante. Suonare un contralto dopo aver studiato sul soprano è come scoprire uno strumento completamente diverso.
In definitiva, il flauto dolce è molto più complesso e ricco di quanto la sua reputazione scolastica lasci intendere. Con la scelta giusta e un approccio serio, può diventare uno strumento espressivo e gratificante, capace di affrontare repertori che vanno dalla musica medievale alle composizioni contemporanee.
Ulteriori Informazioni:
- Strumenti a fiato: guida da legni a ottoni e come scegliere
- Flauto di Pan
- Scopri la sezione flauti su Thomann
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