a cura di Edoardo Morena | Tempo di lettura approssimativo: 7 minuti
Giganti Americani: la storia della Sequential

Giganti Americani: la storia della Sequential  ·  Fonte:

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La Sequential Circuits di Dave Smith ha iniziato rivoluzionando i sintetizzatori e non si è mai fermata. In questo articolo vi faremo appassionare alla storia di questo marchio.

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La storia della Sequential

È difficile da immaginare oggi, ma c’è stata un’era in cui i sintetizzatori non avevano i preset. Il massimo che si poteva fare era prendere un pezzo di carta e disegnarci sopra le posizioni dei potenziometri. Dave Smith e la sua azienda Sequential Circuits rivoluzionarono tutto questo con il sintetizzatore Prophet-5 alla fine degli anni Settanta; ma fu solo l’inizio.

Questo articolo fa parte della nostra serie sui giganti americani nell’industria dei sintetizzatori. In altri episodi abbiamo parlato di Moog, ARP e Oberheim, evidenziando in breve le pietre miliari donateci da queste aziende. Non c’è spazio per parlarne in dettaglio, anche se ci piacerebbe molto farlo. Vi preghiamo quindi di perdonarci se non citiamo il vostro strumento preferito della Sequential (è il Max, vero?)

La storia di Sequential: l’accensione del “Circuit”

La San Francisco Bay Area è nota per essere la culla di numerose aziende tecnologiche high-profile: Hewlett-Packard, Apple e Google sono nate in questa riserva della California settentrionale. Una che troppo spesso non viene citata è proprio la Sequential Circuits, che a mio parere ha la stessa credibilità delle altre.

Il Model 700, programmer della Sequential Circuits

Il Model 700, programmer della Sequential Circuits

Fondata a San Jose a metà degli anni ’70 da Dave Smith, ingegnere elettronico e informatico, Sequential nasce come un modo per Dave di combinare i suoi due interessi, la musica e l’elettronica. Come Tom Oberheim, i suoi primi prodotti furono sequencer, prima analogici (il Model 400 del 1974) e poi digitali (il Model 800 del 1975). Nel 1976 realizzò il Programmer Model 700, progettato per essere utilizzato con il Moog Minimoog e l’ARP 2600. Sebbene fosse dotato di otto slot di memoria per il salvataggio delle patch, utilizzava la logica discreta e non i microprocessori, che avrebbero poi rappresentato la grande svolta di Dave.

La storia della Sequential: dal Prophet al profitto

Gli anni ’70 furono un’epoca di grandi progressi nel campo dei sintetizzatori, con un aumento esponenziale della popolarità degli strumenti polifonici durante la seconda metà del decennio. Il vero problema, tuttavia, rimaneva la memoria. Dave Smith ebbe l’idea di utilizzare i microprocessori per salvare le patch e, dato che nessun’altra azienda sembrava muoversi in questa direzione, lui e il suo socio John Bowen lo fecero da soli, progettando il Prophet-5 nel 1977 con all’interno un chip Z80 per memorizzare i preset.

Sequential Circuits Prophet-5

Sequential Circuits Prophet-5

Il successo fu immediato e Sequential Circuits passò da un’azienda sconosciuta a una delle più importanti del paese quasi da un giorno all’altro. Questo perché il Prophet-5 a cinque voci era molto più di un semplice microprocessore. Con i suoi due oscillatori per voce, il filtro passa-basso risonante a quattro poli e l’esclusiva sezione poly-mod, era uno strumento dal suono incredibile. Divenne presto il sintetizzatore da avere a tutti i costi e, difatti, lo si trova in tutti i dischi più popolari dell’epoca, dal pop, rock e new wave al soul, funk e hip-hop.

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Sequential Circuits Pro-One

Sequential Circuits Pro-One

Nel 1981, Sequential trasformò il Prophet-5 in un sintetizzatore monofonico e lo chiamò Pro-One. Questo sintetizzatore a due oscillatori era incredibile per il basso e fu inserito in moltissimi rig per i live, ancora una volta, in tutti i generi musicali o quasi. Continuando ad allargare la famiglia Prophet, nel 1983 Sequential prese le specifiche MIDI su cui Dave aveva lavorato con Roland e le inserì nel Prophet-600, un poly analogico a sei voci dal prezzo davvero accessibile, riconosciuto oggi come il primo synth MIDI in assoluto.

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La storia della Sequential: gli anni ’80 e l’avvento del digitale

Negli anni ’80 la tendenza per le aziende nel settore tecnologico-musicale fu quella di lanciare sul mercato sintetizzatori analogici più accessibili. Sequential non si tirò indietro e fece debuttare strumenti come il Six-Trak, il Max e lo Split-Eight che facevano uso di chip CEM per risparmiare sui costi. Sfortunatamente, non ebbero un grande successo. Questo, insieme agli esperimenti con le periferiche per i computer e agli effetti digitali, contribuì alle difficoltà finanziarie dell’azienda.

Sequential Circuits Six-Trak

Sequential Circuits Six-Trak

Arrivarono però anche dei momenti di splendore. Come altre aziende degli anni ’80, Sequential guadagnò molto dalla sintesi digitale. Il Prophet VS, uscito nel 1986, univa sample di forme d’onda digitali a filtri analogici. La sua sintesi vettoriale, che permetteva di ottenere un crossfade tra quattro onde differenti, era unica, così come il suono scintillante e ricco di aliasing del sintetizzatore.

Sequential Circuits Prophet VS

Sequential Circuits Prophet VS

Sequential si dedicò anche ai campionatori, rilasciando il Prophet 2000 e il Prophet 2002  in formato rack nel 1985. Nel 1987 uscirono lo Studio 440 formato desktop e il Prophet 3000, proprio mentre Sequential stava per chiudere i battenti.

Yamaha acquistò la Sequential Circuits nel 1987, portando a bordo Dave e molti dei suoi collaboratori. Uno strumento che uscì da questa fusione fu il SY22 (1990), un sintetizzatore vettoriale che combinava sample e sintesi FM. Il team passò poi a Korg, dove realizzò il Wavestation nel 1990, un altro sintetizzatore vettoriale e un grande successo per Korg.

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La storia della Sequential: la Dave Smith Instruments

Dopo aver lavorato per diversi anni su sintetizzatori software presso la sua società Seer Systems, Dave è tornato al mondo degli strumenti hardware nel 2002 con l’Evolver, uno strumento monofonico con oscillatori sia analogici che digitali. Pubblicato con il marchio Dave Smith Instruments (Yamaha possedeva ancora il nome Sequential Circuits), fu l’inizio di una rinascita per Dave Smith, che lo vide espandere il concept dell’Evolver attraverso una serie di strumenti differenti. Nel 2007 riportò in auge il nome Prophet con il Prophet ’08, un sintetizzatore analogico a otto voci e due DCO.

Dave Smith Instruments Poly Evolver

Dave Smith Instruments Poly Evolver

La storia della Sequential: Il ritorno del nome

Nel 2015, dopo alcune sollecitazioni da parte del responsabile Roland, Ikutaro Kakehashi, Yamaha ha restituito il nome Sequential a Dave Smith in segno di buona volontà. Il nome è poi apparso sulle release nel 2015 del Prophet-6 e poi dell’OB-6 nel 2016, quest’ultimo realizzato in collaborazione con Tom Oberheim (leggi qui per saperne di più). Dave ha ufficializzato il cambio di nome dell’azienda nel 2018, abbreviandolo in un più moderno Sequential.

Sequential Prophet-5

Sequential Prophet-5

Il Prophet-6 era un tributo al Prophet-5 originale, ma rivisitato in chiave moderna. “È il risultato del nostro sforzo nel cercare di costruire il polysynth analogico moderno dal suono più impressionante possibile”, ha dichiarato Dave. Le caratteristiche moderne includono effetti, uno step sequencer polifonico e un arpeggiatore che vanno ad arricchire i classici oscillatori, filtri e VCA.

Se c’è una cosa che ha caratterizzato l’ultimo decennio è il remaking dei sintetizzatori classici. Nel 2020, Sequential ha dato alla gente ciò che voleva con una riedizione ufficiale del Prophet-5 (e del Prophet-10 a 10 voci). Contenendo tutte e tre le revisioni originali più una moderna Rev 4, il nuovo synth era sostanzialmente un classico Prophet nel suono, ma moderno per quanto riguarda l’affidabilità.

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La storia della Sequential: The Show Must Go On

Sequential continua a rilasciare synth analogici di altissimo livello, come il Take 5, un economico e compatto poly a cinque voci, e il Trigon-6, un poly a tre VCO a sei voci con filtro Ladder in stile Moog. Purtroppo, il Trigon-6 è stato l’ultimo progetto di Dave, scomparso nel 2022 all’età di 72 anni.

La Sequential è però ancora in attività. Venduta alla Novation nel 2021, continua a rilasciare strumenti e, presumiamo, a progettarne di nuovi. Ci piacerebbe vedere altri sforzi digitali da parte di Sequential, come il Prophet X del 2018, che unisce i sample con la sintesi sottrattiva analogica.

Ciò che è iniziato in un garage della Silicon Valley nei primi anni ’70 è cresciuto fino a diventare un marchio di sintetizzatori e strumenti musicali rispettato in tutto il mondo. Brindiamo ad altri 50 anni di Sequential.

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