a cura di Francesco Di Mauro | 4,0 / 5,0 | Tempo di lettura approssimativo: 2 minuti
Flea, Bootsy e co. presto senza lavoro? - Sony sviluppa AI Bassist!

Flea, Bootsy e co. presto senza lavoro? - Sony sviluppa AI Bassist!  ·  Fonte: Unsplash / Samuel Ramos

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Trovare finalmente un compagno di jam che suoni sempre insieme a noi, che si adatti sempre, che faccia sempre il groove e che sia sempre sveglio! O addirittura qualcuno che suona il basso in modo tale che si adatti sempre al riff di chitarra o al groove della batteria? Ecco come potrebbe funzionare l’AI Bassist, che i ricercatori dei Sony Computer Science Laboratories (Sony CSL) hanno presentato in un documento.

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L’AI Bassist potrebbe essere il compagno musicale perfetto

Siamo chiaramente al congiuntivo. Potrebbe. Perché il documento ora pubblicato sulla piattaforma per documenti scientifici arXiv illustra il nuovo modello. Ma non ci sono né esempi sonori né un prodotto commerciale o una funzione DAW. I produttori di DAW e di plug-in, e probabilmente anche di pedali, lo terranno sicuramente d’occhio.

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La particolarità del modello dell’AI Bassist sviluppato dai ricercatori di Sony CSL è che è in grado di adattare il proprio stile e il proprio suono all’input. Non importa se all’IA viene dato un intero mix o solo un singolo strumento, come un riff di chitarra o una canzone a cappella. La linea di basso si adatta perfettamente al materiale sonoro.

La tecnologia alla base: Latent Diffusion

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L’AI bassist si basa sulla tecnologia sempre più diffusa chiamata “Latent Diffusion”. Come spiegano i tre ricercatori Marco Pasini, Stefan Lattner e Maarten Grachten nel loro articolo, il materiale in ingresso viene analizzato e compresso fino alla sua essenza. Il latent diffuser produce quindi risultati molto migliori dal materiale compresso, con una qualità molto più elevata rispetto ai normali modelli di diffuser.

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È anche possibile addestrare l’AI Bassist con il proprio materiale sonoro. In altre parole, si dispone di una registrazione di una linea di basso e la si “dà in pasto” all’IA. Se poi si lascia che l’intelligenza artificiale generi una nuova linea di basso da abbinare a un brano o a una singola registrazione, essa adotterà lo stile e il suono del materiale di addestramento.

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Se fosse disponibile in commercio come plugin, funzione DAW o hardware, potrebbe offrire enormi possibilità creative ai produttori. Aggiungere un basso funk alla Boosty Collins a un brano reggae autoprodotto o creare uno slapping party alla Flea (Red Hot Chili Peppers) per un brano house – qualcosa che non potreste mai fare da soli! E se il prodotto fosse commercializzato in modo “equo”, anche i bassisti il cui materiale è stato utilizzato per formare l’AI Bassist riceverebbero un compenso economico.

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