Ieri sera la Wembley Arena di Londra ha ospitato Together for Palestine, il più grande evento benefico finora dedicato al popolo palestinese. Curato da Brian Eno, ha visto sul palco i Gorillaz con l’inedita Damascus, insieme a decine di artisti, attivisti e attori internazionali.
Un concerto storico firmato Brian Eno
Il 17 settembre 2025 la Wembley Arena ha vissuto una serata destinata a rimanere nella storia. Ideato e organizzato da Brian Eno con l’attore Khalid Abdalla, Khaled Ziada (fondatore di Marsm) e la producer Tracey Seaward, Together for Palestine ha unito musica, arte e impegno sociale per sensibilizzare e raccogliere fondi destinati a diverse organizzazioni palestinesi, tra cui Taawon, Palestine Children’s Relief Fund e Palestine Medical Relief Society.
La serata si è aperta con un discorso di Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite per i territori palestinesi occupati, prima che il palco venisse animato da 69 tra musicisti, attori, sportivi e attivisti.
I Gorillaz presentano l’inedita “Damascus”
Tra i momenti più attesi, i Gorillaz hanno presentato per la prima volta Damascus, brano realizzato insieme a Yasiin Bey e Omar Souleyman, che sarà incluso nel nuovo album The Mountain in uscita a marzo. Sullo sfondo, le iconiche figure animate della band hanno sventolato la bandiera palestinese, regalando una performance dall’impatto fortissimo.
Accanto a loro, si sono esibiti artisti come James Blake, King Krule, Jamie XX, Paul Weller, Paloma Faith, Hot Chip, Nadine Shah e PinkPantheress, oltre a collaborazioni speciali come quella di Damon Albarn con la London Arab Orchestra e lo Juzour Dance Collective.
La presenza degli artisti palestinesi
Non è mancata la voce della cultura palestinese con i musicisti Faraj Suleiman, Saint Levant e Nai Barghouti, che hanno portato sul palco sonorità e messaggi profondamente legati alla loro identità.
L’evento ha avuto anche il sostegno di grandi nomi del cinema come Richard Gere, Florence Pugh, Guy Pearce e Benedict Cumberbatch, e interventi di personalità come l’ex calciatore Eric Cantona, che ha denunciato i “doppi standard” nel trattamento riservato a Israele rispetto alla Russia dopo l’invasione dell’Ucraina.
Le performance speciali e i messaggi politici
Il concerto ha ospitato anche esibizioni registrate: i Portishead, riunitisi per l’occasione, hanno suonato Roads, mentre Annie Lennox ha proposto una versione voce e piano di Why?. Momenti intensi anche con Neneh Cherry, che insieme a Greentea Peng ha cantato Seven Seconds.
Tra i messaggi più forti, quello del giornalista e documentarista Louis Theroux, che dal palco ha gridato: “It’s genocide!”.
Raccolta fondi e obiettivi
Alla fine della serata, la presentatrice Jameela Jamil ha annunciato che erano già stati raccolti 1,5 milioni di sterline, oltre al mezzo milione derivante dalla vendita dei biglietti andati esauriti in meno di due ore dall’annuncio del concerto.
Il ricavato sarà devoluto a progetti di aiuto medico, sociale e culturale per il popolo palestinese.
Il modello Mandela e i prossimi eventi
Brian Eno ha spiegato sul Guardian che l’idea di Together for Palestine è nata ispirandosi al concerto del 1988 per Nelson Mandela, sempre a Wembley, che contribuì a sensibilizzare il mondo sull’apartheid in Sudafrica.
Eno ha sottolineato come sia stato difficile trovare un luogo che accettasse di ospitare l’evento: “La sola menzione della parola Palestina era sinonimo di rifiuto. Se si fosse chiamato Together for Ukraine, probabilmente sarebbe stato più semplice”.
L’iniziativa non si ferma qui: il 17 ottobre è già in programma un evento più piccolo, Gig for Gaza, organizzato da Paul Weller al Troxy di Londra, con la partecipazione di band come Primal Scream e Inhaler.
L’impegno delle celebrità internazionali
Prima ancora del concerto, diverse star tra cui Billie Eilish, Cillian Murphy, Peter Gabriel e Joaquin Phoenix avevano partecipato a un video di sensibilizzazione, sottolineando l’importanza di “dire la verità per il popolo palestinese”.
Un concetto ribadito anche dalla fotografa Nan Goldin, che nel video afferma: “Il ruolo dell’artista nella società è sempre stato quello di rischiare per dire la verità a chi ha il potere”.
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