a cura di Riccardo Ierardi | Tempo di lettura approssimativo: 6 minuti
Come accordare la batteria: guida essenziale per principianti e non solo

Come accordare la batteria: guida essenziale per principianti e non solo  ·  Fonte: Passione Strumenti

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Accordare la batteria è un argomento enorme, quasi infinito. In tanti anni di musica e di esperienza sia dal vivo che in studio, ho capito che non esiste un solo metodo giusto: esistono tantissime scuole di pensiero, e ognuno trova la sua strada. Quello che voglio condividere con voi oggi è il mio approccio personale, quello che uso ogni volta che ho davanti un set da sistemare, che sia il mio o quello di qualcun altro.

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Non è un metodo assoluto, né l’unico possibile. Ma per me funziona, è pratico, chiaro, e soprattutto universale. Lo uso sul rullante, sui tom, sul timpano. E parte tutto da un concetto semplice: ascoltare lo strumento e adattarsi al contesto.

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Indice

Tipologie di pelli e differenze

Quando devo accordare la batteria, la prima cosa che guardo sono le pelli. Le differenze tra un tipo e l’altro sono enormi, e fanno una differenza abissale sul suono finale. Io, per esempio, sul rullante uso quasi sempre le Remo Ambassador sabbiate: sono pelli monostrato, leggere, molto sensibili sulle armoniche. Per come suono io, mi permettono di ottenere quella brillantezza che cerco sul rullante. L’equivalente Evans sarebbe la G1.

Sul resto del kit, invece, spesso preferisco le pelli trasparenti (clear), soprattutto sui tom. Mi piace avere più attacco, più definizione. Quelle sabbiate vanno benissimo per un suono più caldo e rotondo, ma quando voglio incisività – specie in live – le clear sono la mia scelta.

Riassumento e schematizzando:

  • Pelli monostrato (es. Remo Ambassador, Evans G1): realizzate con un singolo strato da 10 mils, lavorano molto sulle armoniche e tendono a suonare di più. Ideali per un suono aperto e dinamico, soprattutto sul rullante.
  • Pelli doppio strato (es. Remo Emperor): spesse circa 14 mils (si tratta di due strati da 7mils), offrono un suono più caldo, controllato e con meno armoniche.
  • Le pelli sabbiate offrono un suono più caldo e corposo, mentre quelle trasparenti (“clear”) sono preferite per i tom, in quanto garantiscono più attacco e definizione.
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Pelli monostrato usate nel video:

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Pelli trasparenti

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Rapporti di tensione tra pelle battente e risonante

Questa è una di quelle cose che spesso si sottovalutano quando si deve accordare la batteria, ma per me è fondamentale. L’equilibrio tra la pelle battente (quella sopra) e quella risonante (quella sotto) è quello che davvero dà personalità al tutto.

Sul rullante, io tendo sempre a tirare un po’ di più la pelle risonante. Con la pelle risonante più tirata della battente si ottiene un suono più corposo e una cordiera più controllata.

Su tom e timpano, invece, preferisco mantenere un rapporto più equilibrato. Non tiro più una pelle dell’altra, ma cerco di lavorare in modo uniforme. Questo mi permette di gestire meglio le armoniche e soprattutto la coda del suono. Quando serve, poi intervengo con dei piccoli accorgimenti (ne parlo più avanti), ma la base per me è sempre questa: un rapporto coerente tra le due pelli.

Come tendere i tiranti

Quando monto una pelle nuova, la prima cosa che faccio è stringere i tiranti con le dita, finché non riesco più ad andare avanti. Poi prendo due chiavette e comincio a lavorare a croce. È importante distribuire la tensione in modo omogeneo, così la pelle non si stressa solo in un punto.

Con le pelli nuove, spesso si sentono rumori strani all’inizio. È normale: c’è colla, c’è resina, ci sono materiali che devono “mollare” un po’. A volte, per aiutare il processo, applico anche una leggera pressione con il palmo della mano per far assestare meglio la superficie.

Una volta che ho fatto due giri completi con la chiavetta, comincio ad ascoltare i tiranti uno per uno. Tocco vicino al bordo con la bacchetta, tenendo un dito al centro della pelle per smorzare le vibrazioni. Se sento che un punto è più acuto o più grave rispetto agli altri, intervengo di conseguenza. E continuo così finché tutto suona uniforme.

Un gesto estremo per stendere una pelle nuova! Scoprilo nel video
Un gesto estremo per stendere una pelle nuova! Scoprilo nel video su come accordare la batteria · Fonte: Passione Strumenti

Come accordare i vari componenti della batteria

Il rullante è sempre il punto da cui parto. Una volta che ho messo la pelle nuova, dopo aver sistemato la risonante come piace a me, comincio con la battente. Lavoro sempre a croce, ascolto, correggo, provo. Alla fine, attivo la cordiera e sento come risponde. Se è troppo acuto, scendo leggermente: faccio magari un terzo di giro, sempre a croce, per non perdere l’equilibrio.

Una volta che il rullante mi soddisfa, passo ai tom. Qui cerco sempre di avere in testa una “nota fondamentale”, un punto di riferimento. Poi accordo gli altri tamburi su intervalli coerenti, spesso per terze. Non uso quasi mai accordatori digitali: preferisco fare tutto a orecchio. Per me è più naturale, più preciso, più creativo.

Il timpano, invece, è quello più complicato. È grosso, ha una coda lunga, e spesso risuona troppo. Per risolvere, ho adottato un trucco che ho imparato da Corrado “Dado” Bertonazzi: tolgo la pelle battente e metto dentro un paio di ciuffi di cotone. Questo aiuta tantissimo a smorzare le frequenze fastidiose senza sacrificare l’attacco.

È importante tendere sempre "a croce"
È importante tendere sempre “a croce” – Come accordare la batteria · Fonte: Passione Strumenti

Contesto e ambiente: l’accordatura cambia sempre

Una cosa che dico sempre – e che molti dimenticano – è che la batteria cambia suono in base a dove ti trovi. In uno studio suonerà in un modo, su un palco aperto in un altro, in un club o in una sala con pareti riflettenti in un altro ancora.

Per questo non esiste un’accordatura “standard” che vada bene sempre. Quando suono dal vivo, ad esempio, il fonico spesso mi chiede di smorzare certi tamburi perché risuonano troppo. All’inizio, da ragazzino, mi limitavo a mettere moongel ovunque, oppure stracci e fazzoletti. Ma così si perdeva tutto: attacco, tono, musicalità.

Adesso sono molto più selettivo: uso i moon gel solo quando è necessario, magari in teatri o ambienti molto riflettenti. In studio, ad esempio, tendo a non usarli quasi mai. Preferisco partire da una batteria ben accordata e regolarmi in base al contesto.

Strumenti per accordare: sì o no?

La verità? Io ho sempre accordato a orecchio. È una questione di abitudine, di esperienza, ma anche di piacere. Mi piace “sentire” lo strumento, capire come risponde. Esistono ovviamente strumenti per aiutare nell’accordatura, come il DrumDial o il Tune-Bot, e sono ottimi per chi ha bisogno di velocità o vuole replicare sempre lo stesso suono. Ma per me, nulla batte l’orecchio.

Conclusioni su come accordare la batteria

Accordare la batteria è un processo vivo, non un insieme di regole fisse. Ogni batterista, col tempo, costruisce il proprio metodo. Questo è il mio, frutto di anni di prove, errori, ascolti e contesti diversi.

Spero che queste indicazioni ti siano utili per trovare il tuo suono. Parti da una buona base – pelli adatte, tensioni corrette, equilibrio tra battente e risonante – e poi gioca, sperimenta, ascolta. Alla fine, quello che conta davvero è che la tua batteria risponda esattamente come vuoi tu.

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