a cura di Eric Vetti | 4,0 / 5,0 | Tempo di lettura approssimativo: 5 minuti
La Rivoluzione dell'Intelligenza Artificiale e l’impatto sul mondo Musicale

La Rivoluzione dell'Intelligenza Artificiale e l’impatto sul mondo Musicale  ·  Fonte: Unsplash / Possessed Photography / Passione Strumenti

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Viviamo in un momento storico in cui le opportunità di creare musica e arte si moltiplicano ogni giorno, la rapida e costante evoluzione dell’intelligenza artificiale è diventata una vera e propria rivoluzione. L’Intelligenza Artificiale introduce per la prima volta approcci non convenzionali alla musica, migliorando la produttività e rendendo sempre più accessibile la produzione musicale. L’altra faccia della medaglia crea dubbi legittimi a molti artisti, l’originalità artistica rischia di perdersi in un futuro dove con un semplice prompt si può creare in pochi minuti un’intera canzone. Oggi andremo a vedere come l’AI sta travolgendo il panorama musicale e cosa dobbiamo sapere per prepararci al futuro.

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I primi utilizzi dell’AI nel mondo artistico

Per comprendere al meglio l’influenza che sta avendo l’intelligenza artificiale, dobbiamo prima fare qualche passo indietro e analizzare l’ascesa di questo fenomeno. Nell’ormai lontano 1956 avviene la Conferenza di Dartmouth dove per la prima volta viene introdotto il concetto di AI. In quell’occasione Allen Newell e Herbert Simon presentano Logic Theorist, un programma sviluppato per dimostrare autonomamente teoremi matematici, mimando le capacità di problem solving umano. 

Guardando il settore musicale, negli anni ‘60 il ricercatore russo Rudolf Zaripov pubblicò a livello globale il suo studio scientifico sulla composizione musicale algoritmica, utilizzando il computer a valvole “Ural-1”. Zaripov con questo studio ha gettato le basi per il futuro della musica generativa autonoma, aprendo nuovi orizzonti creativi.

L’antico computer Ural-1
L’antico computer Ural-1

Come funziona e come viene utilizzata l’Intelligenza Artificiale nella produzione musicale?

Dopo questa introduzione torniamo al presente, dove siamo circondati dall’AI in ogni campo ed è quasi difficile tenersi al passo con il costante rilascio di nuovi programmi che con la loro “magia” aiutano l’uomo nei compiti più tediosi sia creativi sia di vita quotidiana. 

L’utilizzo odierno più comune nel campo musicale è solitamente nel processo di mix e sound design, tramite plug-in che aiutano nel perfezionare il suono. 

Un ottimo esempio è la Music Production Suite di iZotope, che si mantiene all’avanguardia inserendo vari plug-in AI nel suo arsenale. Ora anche i principianti hanno la possibilità di approcciarsi allo spaventoso universo del mastering proprio sfruttando le funzioni AI del programma che automatizzano il processo. 

L’assistente AI di Ozone
L’assistente AI di Ozone
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Passando al lato puramente creativo, MusicLM di Google ha recentemente sconvolto molti musicisti, con la sua abilità di generare composizioni musicali partendo da una descrizione testuale, com’è possibile?

In realtà è abbastanza semplice, nella maggior parte dei generatori musicali l’AI viene allenata su dei database di registrazioni audio, dove ognuna di esse è associata a delle parole chiave che insegnano all’AI a riconoscerle e distinguerle dal resto. Ad esempio: accomunando Nevermind dei Nirvana al termine e genere “Grunge”, L’AI associa il sound dell’album alla parola chiave data, di conseguenza quando riceverà come prompt “genera una canzone grunge” saprà quali sono le caratteristiche che meglio definiscono quel tipo di genere musicale.

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iZotope Music Production Suite 6 Download
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Rischi e pericoli dell’applicazione dell’AI nella musica

Il 4 Aprile 2023 viene pubblicata da Ghostwriter Heart on My Sleeve di Drake & The Weekend, la prima hit virale dove Ghostwriter ha utilizzato tecniche di clonazione vocale (deepfake) AI per creare una canzone con due colossi del panorama Rap e Pop; ovviamente senza il loro consenso. Dopo aver ricevuto 16 milioni di ascolti su varie piattaforme, Universal Music Group ha presentato un reclamo per violazione del copyright, chiedendo inoltre a Spotify e Apple Music di non dare accesso alle canzoni alle compagnie di sviluppo AI. Basta fare una semplice ricerca su Youtube e si possono trovare migliaia di cover cantate dai vostri artisti preferiti. Queste vengono fatte utilizzando programmi che separano la traccia vocale dalla strumentale, fatto ciò la voce viene passata ad un altro tool basato sull’AI in grado di modificarla timbricamente fino a renderla praticamente uguale rispetto alla voce target da replicare.

Sfortunatamente non solo gli artisti più famosi sono in pericolo.

I database su cui vengono allenate queste tecnologie sono giganti e includono musica e opere artistiche di creativi indipendenti e non molto conosciuti. Estraggono tantissimi dati da ogni meandro di internet. Non è raro vedere situazioni di plagio dirette verso artisti alle prime armi che non sanno tutelarsi contro i giganti dell’industria.

Un futuro musicale in bilico tra creatività e tutela

Come abbiamo potuto vedere l’AI introduce approcci rivoluzionari all’arte, migliorando la produttività, rendendo più accessibile la produzione musicale e aprendo un mondo dei sogni per i più sperimentali. Anche la paura di perdere l’unicità artistica è palpabile, nonché le possibilità di plagio diretto verso artisti indipendenti. Navigare un futuro artistico così vasto richiede prudenza, per ottenere un equilibrio tra creatività e preservazione dell’identità artistica.

Come possiamo evitare queste situazioni e proteggerci? 

Tutti prendiamo ispirazione da altri musicisti, talvolta copiando i lavori altrui, l’AI semplicemente rende questo processo molto più veloce e più preciso. Per questo motivo è una situazione complicata a livello di copyright, però non tutta la speranza è persa. Il miglior modo per tutelarsi dall’avvento del plagio AI per ora è semplicemente registrare le proprie opere via organizzazioni e enti come SIAE, create appositamente per tutelare i diritti degli artisti. Non solo le grandi label come Universal possono esercitare i propri diritti, anche i musicisti indipendenti possono proteggersi da eventuali plagi presentando la violazione del diritto di autore. Dunque nel 2023 e in futuro è essenziale che ogni musicista sia attento anche al lato più burocratico dell’arte. La rivoluzione AI sta stravolgendo ogni campo includendo quello musicale, di conseguenza tutelarsi è più importante che mai.

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Fonti delle immagini:
  • L’antico computer Ural-1: Wikimedia
  • L’assistente AI di Ozone: iZotope
La Rivoluzione dell'Intelligenza Artificiale e l’impatto sul mondo Musicale

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