a cura di Francesco Di Mauro | Tempo di lettura approssimativo: 7 minuti
Il suono di Slash? Scopri tutta la sua strumentazione

Il suono di Slash? Scopri tutta la sua strumentazione  ·  Fonte: Passione Strumenti

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Quando si parla di icone del rock, impossibile non pensare a Slash. Il cilindro in testa, gli occhiali da sole sempre calati e quella Gibson Les Paul che pende quasi sulle ginocchia: in un solo sguardo è racchiuso lo spirito ribelle di decenni di rock’n’roll. Ma cosa rende davvero unico il suo suono? Dietro alla sua immagine c’è un setup studiato nei minimi dettagli: la strumentazione di Slash è un mix di chitarre leggendarie, amplificatori Marshall dal gain urlante ed effetti ridotti all’osso, ma usati con maestria.

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In questo articolo scoprirai, passo dopo passo, cosa si cela dietro le note di Sweet Child o’ Mine, Welcome to the Jungle e di tutti i capolavori firmati Guns N’ Roses, Velvet Revolver e Slash feat. Myles Kennedy & The Conspirators.

Le chitarre di Slash: Les Paul, Les Paul e ancora Les Paul… Ma non solo!

Slash senza Les Paul è come un assolo senza bending. Fin dagli inizi della sua carriera, la Gibson Les Paul Standard è diventata la sua arma principale, ma non sempre nella versione più ovvia. Emblematico è il caso della Les Paul Standard 1959 (replica Kris Derrig): la leggendaria “Appetite Les Paul”, usata per incidere il debutto Appetite for Destruction, non era una Gibson originale ma una replica costruita a mano da Kris Derrig.

Questa chitarra, presa in prestito da Slash in studio, ha contribuito a fissare nel tempo quel suono grasso, medioso e ricco di sustain che è diventato la sua firma. Con pickup Seymour Duncan Alnico II Pro, un manico generoso e un body ultra risonante, questo strumento è stato l’inizio di una storia d’amore con la Les Paul che dura tutt’oggi.

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Gibson Slash Les Paul Standard

Gibson ha colto la palla al balzo creando diversi modelli signature. Oggi la Gibson Slash Les Paul Standard è un must per chi sogna il suo sound: disponibile in varie finiture, monta pickup custom Alnico II Pro con look zebra, manico corposo e nessuna complicazione moderna. Slash ha sempre dichiarato di preferire configurazioni semplici e dirette, per concentrare tutta l’espressività nelle mani.

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Gibson Les Paul Slash Standard AA
Gibson Les Paul Slash Standard AA
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B.C. Rich Mockingbird

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Oltre alla classica Les Paul, nel corso degli anni Slash ha fatto capolino con strumenti più insoliti. La B.C. Rich Mockingbird, per esempio, è diventata celebre grazie al videoclip di You Could Be Mine: dal design spigoloso e l’output aggressivo, questa chitarra incarnava alla perfezione l’attitudine dei primi anni Novanta.

Gibson EDS-1275 Doubleneck

La Gibson EDS-1275 Doubleneck è uno strumento iconico per brani che richiedono versatilità. Slash la impugna spesso dal vivo per pezzi come Knockin’ on Heaven’s Door, dove passa agevolmente da parti a dodici corde a sei corde. Questo doppio manico è un omaggio anche ai suoi eroi rock, Jimmy Page in testa. Il suono che produce è avvolgente e stratificato, perfetto per creare atmosfere epiche sul palco.

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Harley Benton DC-Custom 612 Cherry
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Gli ampli: a partire dal Marshall JCM800

Dietro al muro di chitarre di Slash non possono mancare gli amplificatori Marshall. Il Marshall JCM800 è il pilastro della sua carriera, lo stack che più di tutti ha plasmato quel suono caldo, graffiante e carico di armoniche. Slash predilige la versione 2203 da 100 watt, spesso abbinata a cabinet 1960A 4×12”. Questa combo garantisce lead incisivi e ritmiche solide, grazie alla spinta valvolare che reagisce in modo dinamico al tocco e al volume della chitarra.

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Marshall JCM 800 Reissue 2203
Marshall JCM 800 Reissue 2203
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Marshall AFD100 Slash Signature

Per ricreare il suono del primo album dei Guns N’ Roses, Marshall e Slash hanno collaborato alla realizzazione del Marshall AFD100 Slash Signature. Questo amplificatore riprende le caratteristiche del JCM800 usato in studio, ma aggiunge una modalità AFD (Appetite for Destruction) e la celebre #34, ispirata a un vecchio JMP modificato. L’AFD100 è oggi un pezzo raro e ambito, usato da Slash nei live per catturare la pasta sonora tipica degli anni Ottanta.

Marshall Silver Jubilee 2555

Altro amplificatore immancabile nella strumentazione di Slash è il Marshall Silver Jubilee 2555. Introdotto nel 1987 – anno perfetto per la sua ascesa – questo ampli offre un gain più morbido rispetto al JCM800, con bassi corposi e un EQ versatile che si presta benissimo ai lead cantati. Non è un caso che Slash lo riporti sul palco ancora oggi, grazie anche alle versioni reissue che ripropongono il circuito originale.

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Marshall 2555X Silver Jubilee
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Effetti: pochi ma fondamentali

A differenza di molti chitarristi moderni, Slash non ha mai amato le pedalboard chilometriche. La sua filosofia è “less is more”: pochi pedali, scelti per rafforzare l’identità del suo suono senza coprirla.

Dunlop SW-95 Slash Signature Wah-Wah

Il wah è probabilmente l’effetto più iconico di Slash. Il suo Dunlop SW-95 Slash Signature Wah-Wah è una variante potenziata del Cry Baby, con LED di stato, true bypass e un circuito con gain più alto. Questo pedale non si limita a colorare gli assoli, ma diventa parte integrante della ritmica, come un vero strumento per creare groove e fraseggi con carattere. Ascoltate Sweet Child o’ Mine per capire quanto un wah possa diventare inconfondibile.

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Dunlop SW-95 Slash Signature Wah-Wah
Dunlop SW-95 Slash Signature Wah-Wah
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MXR SF01 Slash Octave Fuzz

Tra i pochi pedali presenti nella sua pedalboard c’è anche il MXR SF01 Slash Octave Fuzz. Questo effetto regala a Slash suoni fuzz densi e una leggera sfumatura di ottava superiore, perfetti per riff moderni o per sporcare assoli che hanno bisogno di un mordente in più. È uno dei rari casi in cui Slash esce dal sentiero del puro classic rock per abbracciare timbri più sperimentali, senza mai snaturare la sua identità.

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MXR SF01 Slash Octave Fuzz
MXR SF01 Slash Octave Fuzz
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Talk Box

Strumento tanto bizzarro quanto scenografico, la Talk Box trova spazio nella strumentazione di Slash in brani come Anything Goes o durante passaggi live particolarmente teatrali. Questo effetto permette di modellare il suono della chitarra con la bocca, producendo frasi “parlate” dal timbro quasi robotico. Un tocco vintage che conferisce espressività e stupore, soprattutto per chi ascolta dal vivo.

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MXR M 222 Talkbox
MXR M 222 Talkbox
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Dettagli che fanno la differenza: corde, plettri e setup

La strumentazione di Slash non sarebbe completa senza uno sguardo alle scelte apparentemente minori, che però contano tantissimo.

  • Corde: Slash si affida alle Ernie Ball Power Slinky .011–.048, un set con spessore intermedio, perfetto per un attacco deciso e sustain infinito. La tensione leggermente maggiore gli permette di controllare meglio il bending e le vibrazioni.
  • Plettri: il plettro di fiducia è il Dunlop Tortex 1,14 mm, robusto, preciso e ideale per le pennate secche e articolate che contraddistinguono i suoi riff. Non è raro vedere Slash cambiare spesso plettro durante un live per avere sempre il grip perfetto.
  • Setup: grande attenzione all’action, sempre bassa per facilitare slide, legati e bending, ma senza compromettere l’intonazione. Inoltre, i pickup vengono regolati con cura per bilanciare sustain e definizione.
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Ernie Ball 2250
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Dunlop Tortex Standard 1,14
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Slash oggi: tra nostalgia e futuro

Ancora oggi, dopo decenni di carriera, Slash resta fedele alla sua formula: una Les Paul, un Marshall, qualche pedale e un tocco inconfondibile. Anche dal vivo non rinuncia al wall of sound che lo ha reso celebre, circondato da stack Marshall e chitarre dal look vintage, ma sempre pronte a ruggire.

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La sua strumentazione è diventata oggetto di culto: chitarristi di tutto il mondo cercano di ricreare quel mix di grinta, sustain infinito e calore valvolare che solo la combinazione giusta di legno, valvole e mani esperte può dare. E anche se le mode cambiano, la formula di Slash resta immutabile, simbolo di un rock autentico che non sente il peso del tempo.

Conclusioni

La strumentazione di Slash non è un mistero complicato, ma un puzzle in cui ogni tassello conta: dalle Les Paul costruite su misura ai Marshall tirati fino a far tremare le casse, fino a un uso intelligente di pochi effetti mirati. È la prova che un suono leggendario nasce da strumenti di qualità, ma soprattutto da un tocco personale e da uno stile unico. Se anche tu vuoi avvicinarti al suo universo, inizia da qui: trova la tua “Paula”, spingi il tuo ampli al limite e lascia che sia la tua mano destra a parlare.

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