a cura di Edoardo Morena | Tempo di lettura approssimativo: 6 minuti
Classic Gear: Roland JX-3P - Il sintetizzatore che si crede una chitarra

Classic Gear: Roland JX-3P - Il sintetizzatore che si crede una chitarra  ·  Fonte: Roland

annuncio

Il Roland JX-3P potrebbe non essere il primo polysynth anni ’80 che vi viene in mente, ma è certamente in grado di reggere il confronto con la concorrenza. Questo grazie a un suono unico e a un architettura insolita. In realtà è nato come guitar synth

annuncio

Roland JX-3P

Nel 1983, un visitatore di uno showroom Roland poteva scegliere tra molti sintetizzatori polifonici davvero ottimi. C’era il Juno, il 6 e il 60, ovviamente. La serie Jupiter era rappresentata dai Jupiter6 e 8 e forse poteva trovare anche un 4. A questa grande festa si aggiunse il JX-3P, un poly piuttosto particolare con alcuni parametri e scelte progettuali (per l’epoca) inusuali. Niente potenziometri? I pulsanti per i preset? E il MIDI, cos’è!?

Roland JX-3P
Roland JX-3P

Il colorato Roland JX-3P (le tre P stanno per Programmable Preset Polyphonic, nel caso ve lo stiate chiedendo) è sempre stato visto come il compagno di classe un po’ “strano”. Sebbene abbia venduto relativamente bene all’epoca, si parla di circa 37.000 unità (lo stesso numero del Juno-6 e 60 messi insieme, ma la metà del Juno-106), non è ancora conosciuto come i suoi fratelli. Probabilmente perché si ispira molto al design del DX di Yamaha, senza però i controlli. Questo può aver permesso di risparmiare sui costi, costringendo la gente a acquistare il programmatore PG-200 opzionale, rendendolo però meno desiderabile ai più. Inoltre, pur avendo il MIDI, l’implementazione è veramente primitiva.

Eppure! Eppure è uno dei miei sintetizzatori preferiti. Continuate a leggere per scoprire perché il JX-3P è davvero un pezzo di storia.

Roland JX-3P: una serenata a sei corde

La storia del Roland JX-3P non inizia a Osaka, dove all’epoca aveva sede la Roland, ma in una cittadina di montagna di medie dimensioni chiamata Matsumoto. Situata tra le montagne della prefettura di Nagano, Matsumoto è nota per il suo castello, le sue strade pittoresche e l’alta concentrazione di liutai di chitarre. Con così tanti liutai, Roland decise di fare di Matsumoto la sua base operativa quando iniziò a progettare guitar synth negli anni Settanta. Il primo fu il GR-500 nel 1977, che combinava una chitarra custom a un sintetizzatore.

Roland JX-3P

All’inizio degli anni ’80, gli ingegneri che lavorano all’ultimo guitar synth si rendono conto che la loro nuova creazione potrebbe funzionare benissimo come sintetizzatore a sé stante. Mentre la versione “guitar synth”, il GR-700, uscirà nel 1984, il suo fratello maggiore con tastiera nasce nel 1983. Il nome? JX-3P, ovviamente.

annuncio

Roland JX-3P: più unico che raro

Il JX-3P si colloca a metà strada tra un Juno e un Jupiter. Questo poly a sei voci ha due oscillatori controllati digitalmente con funzionalità di modulazione aggiuntive come la cross modulation e la sync degli oscillatori. Il filtro passa-basso da 24dB è basato sul chip IR3109 di Roland, lo stesso che si trova nei Jupiter-4, 8, 6, Junos 6 e 60 e SH-101. Tuttavia, il JX-3P imposta la risonanza più in basso rispetto a questi altri, conferendogli un suono complessivamente più sottile – nel bene e nel male.

Roland JX-3P

Questo suono è polarizzante. Molti non lo apprezzano, deridendolo per la sua mancanza di energia. Di certo non si può usare il JX-3P per i bassi, ma d’altra parte, non si prende in mano una chitarra a sei corde per questo motivo. Come una chitarra, il JX-3P eccelle nei toni medi. Se il suono risulta un po’ inconsistente, c’è sempre il chorus analogico, pronto ad ispessire le cose. A me piace il suo suono. Ha una lucentezza che non trovo in nessun altro synth. Provatelo suonando degli accordi, delle lead e soprattutto dei pad.

Per ottenere il massimo da questo sintetizzatore, vi servirà anche il programmatore PG-200. È possibile utilizzarlo tramite il pannello frontale e il singolo slider per l’edit, ma è molto più divertente con i potenziometri.

Roland JX-3P: conoscere i propri limiti

Il JX-3P è uno dei primi strumenti Roland dotati di MIDI. In questo caso, l’implementazione del MIDI è incredibilmente scarna. È in grado di gestire solo messaggi di on/off, pitch bend, hold, modulation e program change. Anche se il programmatore PG-200 è comodo, non è possibile utilizzare il MIDI e il programmatore contemporaneamente. Inoltre, sebbene il JX-3P disponga di un sequencer polifonico a 128 step veramente bello, si sincronizza con il clock e non con il MIDI. Un vero peccato.

Fortunatamente, esistono delle mod. La Roland sembra offrire una EPROM per controllare la velocity delle note via MIDI. Mod di terze parti migliorano significativamente le cose con il controllo dei parametri tramite controller MIDI – e sì, è possibile utilizzare insieme anche il programmatore.

Roland JX-3P: assaggiare l’arcobaleno

Il mio viaggio con il Roland JX-3P è iniziato con la versione JX-03 Boutique. Volevo un JX-3P standard soprattutto perché mi piaceva il look arcobaleno (molto anni ‘80). Mi piaceva la versione Boutique, ma mi sono deciso a prenderne anche uno standard. Sono riuscito a trovarne uno a poco prezzo perché aveva bisogno di qualche lavoretto. Dopo aver riparato alcuni tasti rotti, sostituito alcuni switch e cambiato la batteria interna, era di nuovo in pista, più performante che mai.

Roland JX-03
Roland JX-03

Produco principalmente ambient ed è diventato il mio synth preferito per i drone. Mi piace premere il tasto hold, suonare accordi di sei note e modificare i parametri finché il tutto non inizia a brillare. E brilla eccome, con un bagliore e una luce davvero diversi da qualsiasi altro synth della mia collezione. È quasi un suono di chitarra. Anche lo step sequencer è utile per l’ambient, e posso sempre sincronizzarlo con una drum machine se voglio che segua un bpm.

L’eredità del JX

La serie JX rimase una solida alternativa ai Jupiter e ai Juno per tutti gli anni ’80. Roland fece seguire al 3P il modello MKS-30 Planet-S, formato rack, che aggiungeva il controllo MIDI della velocity. Il vero successore fu però il JX-8P del 1985 (il cui nome fortunatamente non ha otto parole con la “P” associate). Sebbene provenga anch’esso dal team Matsumoto, ha un suono molto diverso da quello del 3P. Pulitissimo e preciso, era destinato a competere con la sintesi FM. L’ultimo JX della serie – e l’ultimo sintetizzatore analogico Roland per un bel po’ di tempo – fu il JX-10 Super JX (o MKS-70 per gli appassionati di rack).

Ovviamente, la storia non finiva lì. Come ho già detto, esisteva una versione Boutique. Una delle tre Boutique originali, il JX-03, dava nuova vita al 3P, in un formato più piccolo e con nuovi componenti digitali. Sebbene non sia più disponibile, è sempre possibile acquistare il JX-08 che modella il JX-8P. Se non vi dispiace lavorare in-the-box, la versione Cloud del JX-3P ha un suono davvero molto simile (anche se il chorus non è un granchè).

Se siete alla ricerca di un poly anni ’80 che offra qualcosa di diverso dai soliti Juno e Jupiter, prendete in considerazione il JX-3P. Dopo tutto, è programmabile, ha i preset, e, come sapete, è polifonico.

Affiliate Links
Roland Cloud JX-3P Download
Roland Cloud JX-3P Download Nessuna valutazione del cliente ancora disponibile
Affiliate Links
Roland JX-08
Roland JX-08
Valutazione dei clienti:
(23)

Stai visualizzando un contenuto segnaposto da Youtube. Per accedere al contenuto effettivo, clicca sul pulsante sottostante. Si prega di notare che in questo modo si condividono i dati con provider di terze parti.

Ulteriori informazioni

Ulteriori informazioni:

*Questo articolo contiene link promozionali che ci aiutano a finanziare il nostro sito. Non preoccupatevi: il prezzo per voi rimane sempre lo stesso! Grazie per il vostro sostegno.

Fonti delle immagini:
  • Roland JX-3P: Roland
  • Roland JX-3P: Adam Douglas
  • Roland JX-3P: Adam Douglas
  • Roland JX-03: Roland
Classic Gear: Roland JX-3P - Il sintetizzatore che si crede una chitarra

Come valuti questo articolo?

Valutazione: Tuo: | ø:
annuncio

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *